sabato 24 marzo 2012
Grande attesa per il primo incontro pubblico di Benedetto XVI in Messico, questa sera (notte fonda in Italia) il saluto ai bambini nella Plaza de la Paz di Guanajuato, dopo una visita di cortesia al presidente. Il nunzio apostolico a Cuba, parlando con un'agenzia di stampa, non esclude che Benedetto XVI possa incontrare Fidel Castro durante la visita all'isola. VAI ALLO SPECIALE
LE PAROLE DEL PAPA: Cerimonia di benvenuto (23 marzo)
In arduo cammino di Giorgio Ferrari
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Grande attesa per il primo incontro pubblico del Papa in Messico: questa sera alle 18 (notte fonda in Italia) Benedetto XVI saluterà i bambini nella Plaza de la Paz di Guanajuato, dopo una visita di cortesia al Presidente federale. Domenica l'appuntamento più atteso, con la Messa nel Parco del Bicentenario di Leon, la recita dell'Angelus e la Celebrazione dei Vespri con i vescovi del Messico e dell'America Latina.Intanto cresce l'attesa anche a Cuba, dove il Papa arriverà lunedì pomeriggio. Oggi il nunzio apostolico nell'isola, monsignor Bruno Musarò, intervistato dall'Adn Kronos, non ha esluso che ci possa essere un incontro tra Fidel Castro e il Papa. "È possibile che Fidel sia nel palazzo presidenziale quando arriverà il Papa in visita. In tal caso potrebbero anche incontrarsi". Il Papa si fermerà due giorni e la visita prevede il pellegrinaggio al Santuario del Cobre in occasione del 400entesimo anniversario del ritrovamento dell'immagine della Madonna, e la visita a L'Avana, dove sarà celebrata una messa nella piazza della Rivoluzione. Il viaggio apostolico potrebbe sortire una spallata al regime di Fidel? "Bisogna aspettare - dice con cautela mons. Musarò all'Adn Kronos -. Il Papa sarà a Cuba come pellegrino della carità, viene a visitare la Chiesa pellegrina a Cuba e a confermare i suoi fratelli cubani nella fede. La Chiesa da tempo si è mobilitata per preparare questo grande evento per il quale tutti i cattolici pregavano".
 IL VIAGGIO VERSO IL MESSICOIl Papa è giunto ieri sera in Messico nello Stato centrale di Gunajuato, dove rimarrà tre giorni prima di raggiungere Cuba, e già durante il volo ha messo in chiaro alcuni dei punti cardine di questo suo 23esimo viaggio all'estero: da una parte, in entrambi i Paesi, la difesa delle libertà civili, prima fra tutte la libertà religiosa; dall'altra, specie in Messico, la ''educazione delle coscienze'' per contribuire a sradicare i mali che devastano il Paese, come la violenza dilagante generata dal narcotraffico. ''La Chiesa sta sempre dalla parte della libertà: liberta' di coscienza, libertà di religione'', ha risposto ai giornalisti che in aereo gli chiedevano se intendesse in questi giorni riprendere il celebre messaggio di papa Wojtyla all'Havana nel 1998 (''Cuba si apra al mondo, il mondo si apra a Cuba'') in un momento in cui i dissidenti cubani e i sostenitori dei diritti umani cercano faticosamente di far sentire la loro voce. ''Mi sento in assoluta continuità con le parole di Giovanni Paolo II, che sono ancora attualissime - ha detto -. Hanno inaugurato una strada di collaborazione costruttiva, una strada che è lunga, che esige pazienza, ma va avanti''. Ratzinger ha voluto sottolineare il ruolo ''collaborativo'' che la chiesa intende recitare a Cuba in favore di maggiori aperture nella società e nella politica. ''Oggi e' un tempo - ha spiegato - in cui l'ideologia marxista, come e' concepita, non risponde piu' alla realta'. E se non si puo' costruire un tipo di società, occorre trovare nuovi modelli, con pazienza, in modo costruttivo''. Si tratta di un processo ''che esige pazienza, ma anche decisione''. ''Vogliamo aiutare - ha annunciato il Papa - in uno spirito di dialogo, per evitare traumi e per contribuire a portare verso una societa' giusta come la desideriamo per tutto il mondo''. Per quanto riguarda invece le piaghe che affliggono il Messico, dove le guerre del narcotraffico hanno seminato 50 mila morti negli ultimi 5 anni, e dove paradossalmente molti degli stessi 'narcos' si professano cattolici, anzi persino benefattori della chiesa, il Papa ha osservato che ''dobbiamo fare il possibile contro questo male distruttivo per la societa' e per la nostra gioventu''. ''Il compito della Chiesa - ha spiegato - e' educare le coscienze, educare alla responsabilita' morale. E cosi' smascherare l'idolatria del denaro che schiavizza gli uomini, smascherare il male, le false promesse, la menzogna e la truffa che sono dietro la droga''. La chiesa ''non e' un potere politico, non e' un partito, ma e' una realta' morale, un potere morale'', ha avvertito Ratzinger rispondendo ad una domanda sulla ''teologia della liberazione'' e sul ruolo che deve avere l'autorita' religiosa verso i drammi sociali. Anche la politica, pero', ''deve essere una realta' morale, ed e' in questo che la chiesa ha a che fare con la politica''. E il compito di ''educare le coscienze'', ha insistito, va perseguito ''sia nell'etica individuale che nell'etica pubblica'', perche' e' qui che ''c'e' una mancanza''. ''In America Latina - ha rilevato - si vede una certa schizofrenia tra la morale individuale e la morale pubblica. Molti nella vita individuale sono cattolici, credenti, ma nella vita pubblica seguono strade contrarie ai valori di una societa' giusta''. La chiesa deve far ''superare questa schizofrenia'', educare a una morale unica, ''condivisa'', oltre che ''condivisibile anche dai non credenti''. Simpatico siparietto per Ratzinger, durante la conferenza stampa in volo, il regalo da parte di una tv messicana, Tele Azteca, di un I-Pod caricato con musiche messicane, balli tradizionali e brani 'mariachi' - di cui poi ha avuto un assaggio anche nella cerimonia all'aeroporto di Leon -, oltre a pagine scelte del suo amato Mozart. Regalo che il Papa ha accolto con una cordiale risata. Sul tema della libertà religiosa, molto sentito in Messico dove è in discussione una controversa legge sull'argomento, il Papa, che si e' definito ''pellegrino della fede, della speranza e della carita''', ha posto l'accento anche durante la cerimonia di benvenuto allo scalo di Leon, alla presenza del presidente federale Felipe Calderon. La ''convivenza rispettosa e pacifica'' nella società, ha ammonito il pontefice, deve essere ''basata sulla incomparabile dignita' di ogni persona umana'', che ''nessun potere ha il diritto di dimenticare e disprezzare'': ''Questa dignità - ha aggiunto - si manifesta in modo eminente nel diritto fondamentale alla liberta' religiosa, nel suo genuino significato e nella sua piena integrita'''.
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