mercoledì 20 aprile 2011
Stando al racconto evangelico, Gesù ha temuto la morte più di quanto, secondo Platone, non l'abbia temuta Socrate. Da questa constatazione è partito oggi Benedetto XVI per spiegare - nel corso dell'Udienza Generale tenuta in piazza San Pietro per 30 mila fedeli - come l'angoscia vissuta da Gesù nel Getsemani sia centrale nella dottrina cristiana. IL TESTO INTEGRALE
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Stando al racconto evangelico, Gesù ha temuto la morte più di quanto, secondo Platone, non l'abbia temuta Socrate. Da questa constatazione è partito oggi Benedetto XVI per spiegare - nel corso dell'Udienza Generale tenuta in piazza San Pietro per 30 mila fedeli - come l'angoscia vissuta da Gesù nel Getsemani sia centrale nella dottrina cristiana."Socrate rimane pacifico e senza trepidazione davanti alla morte: sembra l'ideale, possiamo ammirare questo filoso. Ma la missione di Gesù - ha spiegato Papa Ratzinger - era un'altra: non una totale indifferenza e libertà, ma portare in sè tutta la nostra sofferenza. L'umiliazione del Getsemani è essenziale alla missione di Dio". In proposito, il Papa teologo ha ricordato che "la paura della morte è una cosa naturale e Gesù ancora più di noi sente l'abisso del male, chiede che gli sia allontanato questo calice che deve bere". Ma, ha aggiunto, "si rimette alla volontà di Dio". Oggi, ha continuato, per molti è normale "opporsi alla volontà di Dio, sentirsi liberi solo se si è autonomi, ma in realtà questa pretesa è sbagliata, seguire la volontà di Dio non toglie nulla alla nostra libertà, significa solo voler riconoscere la verità"."Il Figlio di Dio, dopo essersi fatto uomo in obbedienza al Padre, divenendo in tutto simile a noi eccetto il peccato, ha accettato - ha scandito Papa Ratzinger - di compiere fino in fondo la sua volontà, di affrontare per amore nostro la passione e la croce, per farci partecipi della sua risurrezione, affinché in Lui e per Lui possiamo vivere per sempre, nella consolazione e nella pace".Nel corso della sua catechesi, che oggi è stata in larga parte a braccio, il Papa ha esortato "ad accogliere questo mistero di salvezza, a partecipare intensamente al Triduo pasquale", "a cercare in questi giorni il raccoglimento e la preghiera" e a "celebrare il sacramento della Riconciliazione". Il Giovedì Santo, ha ricordato il Pontefice, "è il giorno in cui si fa memoria dell'istituzione dell'Eucaristia e del Sacerdozio ministeriale", attraverso la Messa crismale e la memoria dell'Ultima Cena, "nella quale Gesù istituì il Memoriale della sua Pasqua". Nel cenacolo, "consapevole della sua morte imminente, Gesù, vero Agnello pasquale, offre sè stesso per la nostra salvezza. Pronunciando la benedizione sul pane e sul vino, Egli anticipa il sacrificio della croce e manifesta l'intenzione di perpetuare la sua presenza in mezzo ai discepoli: sotto le specie del pane e del vino, Egli si rende presente in modo reale col suo corpo donato e col suo sangue versato". Per il Papa, "l'umiliazione del Getsemani è essenziale per la missione dell'Uomo Dio che porta in sè la nostra sofferenza e povertà e la trasforma alla volontà di Dio e così apre le porte del cielo". Il Venerdì Santo, ha aggiunto, "faremo memoria della passione e della morte del Signore", mentre "nella notte del Sabato Santo, celebreremo la solenne Veglia pasquale", nella quale "ci è annunciata la risurrezione di Cristo. Abbiamo cercato di comprendere lo stato d'animo con cui Gesù ha vissuto il momento della prova estrema - ha sottolineato il Papa - per cogliere ciò che orientava il suo agire. Il criterio che ha guidato ogni scelta di Gesù durante tutta la sua vita è stata la sua ferma volontà di amare il Padre e di essergli fedele; questa decisione di corrispondere al suo amore lo ha spinto ad abbracciare, in ogni singola circostanza, il progetto del Padre, a fare proprio il disegno di amore affidatogli di ricapitolare ogni cosa in Lui, per ricondurre a Lui ogni cosa". "Nel rivivere il santo Triduo - è stato infine l'invito del Pontefice - disponiamoci ad accogliere anche noi nella nostra vita la volontà di Dio, consapevoli che in essa, anche se appare dura, si trova il nostro vero bene, la via della vita".
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