venerdì 27 settembre 2013
​Il Papa ha incontrato migliaia di catechisti nell'Aula Paolo VI. «Se un catechista se ne sta tranquillo finisce per essere una statua da museo». L'esortazione: «Troppi bambini non sanno farsi il segno della Croce, e questa è una periferia». E aggiunge: «Sono un catechista anch'io».
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"Non aver paura di uscire dai nostri schemi, per seguire Dio". Papa Francesco esorta così i catechisti, incontrandoli nell'Aula Paolo VI in occasione del congresso internazionale sulla catechesi, organizzato in occasione dell'Anno della Fede. Jorge Mario Bergoglio sottolinea che "Dio è sempre fedele, è creativo, non è chiuso e per questo non è mai rigido, ci accoglie, ci viene incontro, ci comprende". Ecco allora che "per essere fedeli, per essere creativi, bisogna saper cambiare - afferma il Papa - Per rimanere con Dio bisogna saper uscire, non aver paura di uscire. Se un catechista si lascia prendere dalla paura è un codardo; se un catechista se ne sta tranquillo finisce per essere una statua da museo; se un catechista è rigido diventa incartapecorito e sterile". E chiede direttamente ai catechisti: "Qualcuno di voi vuole essere codardo, statua da museo o sterile?""Ci sono tanti bambini che non sanno farsi il segno della Croce. E questa è una periferia", ha detto Papa Francesco, ricordando la propria esperienza pastorale a Buenos Aires. "Essere catechisti, non fare i catechisti, non lavorare da catechisti": è questa l'esortazione di papa Francesco rivolta nell'Aula Paolo VI. "La catechesi - premette Jorge Mario Bergoglio - è un pilastro per l'educazione della fede e ci vogliono buoni catechisti". Il Papa riconosce che "a volte, può essere difficile: si lavora tanto, ci si impegna e non si vedono i risultati voluti. Ma aiutare i bambini, i ragazzi, i giovani, gli adulti, a conoscere e ad amare sempre di più il Signore è una delle avventure educative più belle", assicura Francesco, spiegando che così "si costruisce la Chiesa". Da qui, l'esigenza "di essere catechisti, non di lavorare da catechisti, perchè questo non serve. Esserlo, perchè coinvolge la vita. Ed essere catechisti - avverte il pontefice - chiede amore, amore sempre più forte a Cristo e al suo popolo". E Francesco, mettendo per un istante da parte il suo ruolo di Papa, afferma: "Anch'io sono catechista"."Fare" anzi ì"essere" catechisti, "non è così semplice". Papa Francesco lo riconosce apertamente. "È un cammino che dura tutta la vita", e che richiede anche momenti di raccoglimento. "Capisco che per voi non è così semplice: specialmente per chi è sposato e ha figli; è difficile trovare un tempo lungo di calma", dà atto il Papa. Ma, quasi a non voler concedere 'alibì, Jorge Mario Bergoglio sottolinea: "Grazie a Dio, non è necessario fare tutti nello stesso modo. Nella Chiesa c'è varietà di vocazioni e varietà di forme spirituali. L'importante è trovare il modo adatto per stare con il Signore e questo si può fare, è possibile farlo in ogni stato di vita".E infine: «Preferisco mille volte una Chiesa incidentata che una Chiesa ammalata - ha aggiunto -. Una Chiesa, un catechista, che abbia il coraggio di correre il rischio per uscire che non un catechista che sa tutto ma è ammalato". "E alle volte - ha concluso con un sorriso - è malato nella testa".
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