sabato 14 marzo 2015
​Il cardinale Vallini, vicario di Roma: grazie, Francesco per questo dono, lo vivremo come impegno alla conversione. Il "regista", monsignor Fisichella: sarà un Giubileo su come vivere la misericordia. Bagnasco a Tv2000: un grande dono alla Chiesa universale. E da Aleppo, martoriata dalla guerra, il messaggio del vescovo Khazen: solo il miracolo della misericordia può sanare le ferite della nostra anima. L'ANNUNCIO | IL VIDEO
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"Grazie Papa Francesco per il dono del Giubileo Straordinario, cercheremo di vivere insieme l'Anno Santo della Misericordia come impegno alla conversione personale e comunitaria"; con queste parole il cardinale Agostino Vallini, vicario di Roma, si è rivolto al Pontefice, a nome dell'intera diocesi, all'inizio dell'incontro di questa mattina con la comunità "Seguimi!". L'emozione suscitata dall'iniziativa del Papa attraversa i cinque continenti: decine di congregazioni, associazioni, diocesi hanno espresso la loro gioia. "Regista" del nuovo Giubileo sarà monsignor Rino Fisichella, a cui in molti hanno chiesto dettagli sull'organizzazione. "Il punto di partenza è la conversione spirituale, le dimensioni strutturali vengono in secondo luogo. Sarà un Giubileo vissuto in gran parte nelle nostre comunità locali, non è un Giubileo del come venire a Roma, ma piuttosto di come vivere la misericordia", ha risposto il presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova evangelizzazione, il dicastero, appunto, cui papa Francesco ha affidato l'organizzazione dell'Anno santo straordinario. "Faremo del nostro meglio. La nostra prima preoccupazione è esprimere segni concreti di misericordia". Anche il sindaco di Roma, Ignazio Marino, si è detto sicuro che la Capitale ce la farà, perché "credo che Roma e l'Italia diano il meglio di loro proprio davanti alle grandi sfide". Già oggi si è svolta in Campidoglio la prima riunione tecnica per mettere a punto la macchina organizzativa, con gli assessori che più saranno coinvolti dal Giubileo. Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, in una intervista a Tv2000 ha detto che "Papa Francesco ha fatto una grande sorpresa e un grande dono alla Chiesa universale. La Chiesa italiana - ha aggiunto - ringrazia molto il Santo Padre ed esprime tutta la gioia e tutta la gratitudine per questo Anno Santo ed è pronta, in attesa e desiderosa delle sue indicazioni per poter mettersi in movimento insieme a tutte le comunità cristiane del nostro Paese in questa strada misericordiosa che il Papa ci indica, insieme, dietro a lui e con lui".
Tra i tanti messaggi, commovente quello arrivato dai cristiani della Siria, Paese in cui proprio oggi si entra nel quinto anno di guerra. "Invochiamo e mendichiamo la misericordia di Dio per noi stessi, per la Chiesa di qui, per tutti i nostri amici e compagni di strada, e anche per tutti questi che commettono cose atroci tirando in ballo il nome di Dio: che Dio stesso abbia davvero misericordia di noi e di loro, e tocchi icuori di tutti". Così il vescovo Georges Abou Khazen, vicarioapostolico di Aleppo per i cattolici di rito latino, ha descritto all'agenzia Fides i sentimenti e le attese provocati in lui dallanotizia dell'indizione dell'Anno giubilare dedicato alla misericordia.
"Per tutti noi", spiega il vescovo della metropoli siriana "fare esperienza della misericordia di Dio è una questione vitale, da mendicare come una cosa che ci è necessaria per vivere: solo chi fa esperienza della misericordia di Dio può essere poi misericordioso con gli altri, e farsi loro incontro per aiutarli". "Il dolore e la sofferenza degli innocenti - aggiunge il vescovo Abou Khazen - ci appaiono assurdi, e di per sé possono indurire e spegnere anche i cuori più generosi, fino a farli incattivire. Solo il miracolo della misericordia può risanare le ferite altrimenti mortali della nostra anima, e produrre frutti di conversione e riconciliazione. Papa Francesco - conclude il vescovo - ripete che la misericordia non è un atteggiamento pastorale, ma è la stessa sostanza del Vangelo. E questo, nella condizione a Aleppo, lo percepiamo tutti i giorni, fin nelle pieghe più intime delle nostre vite"."L'Anno Santo che ha indetto Papa Francesco coincide con il Giubileo francescano sul Perdono di Assisi. Sono eventi spirituali che ci invitano a vivere, a testimoniare e trasmettere la misericordia di Dio": è quanto sottolinea il custode del Sacro convento di Assisi, padre Mauro Gambetti, nel sito della rivista dei frati di Assisi, www.sanfrancesco.org "Una felice coincidenza", secondo il direttore della rivista e della Sala stampa del Sacro convento, padre Enzo Fortunato. "La misericordia - commenta ancora il custode - getta una luce nelle tenebre del cuore ed esso prorompe in un clima di luce e gioia". Il "Perdono di Assisi", ha spiegato padre Fortunato, ricorda l'indulgenza che 800 anni fa, il 2 agosto del 1216, venne concessa nel 1216 da papa Onorio III a tutti i fedeli, su richiesta di San Francesco d'Assisi. "Per quanto anni vuoi questa indulgenza?" chiese Onorio III a San Francesco che rispose: "Padre santo, non domando anni, ma anime". Dopo l'annuncio del Papa dell'Anno Santo, le campane della Basilica di San Francesco ieri hanno suonato a festa e la Basilica Inferiore è rimasta aperta straordinariamente fino a mezzanotte.
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