Una data, tanti significati. A partire da quello che monsignor Marcello Semeraro definisce «carattere familiare della visita». Non è stato scelto a caso il giorno del “viaggio” (in realtà uno dei più brevi del pontificato) di papa Francesco ad Albano. Nella data del 21 settembre, san Matteo, confluisce infatti il ricordo della vocazione del Pontefice, come egli stesso la raccontò il 18 maggio 2013 durante la Veglia di Pentecoste in piazza San Pietro e come il vescovo di Albano, tra i più stretti collaboratori di Francesco, in quanto segretario del C6, ha sottolineato nella lettera in cui qualche mese fa annunciava l’arrivo in diocesi di papa Bergoglio.
E poi c’è l’anniversario dell’analoga visita di Benedetto XVI, che nel 2008 celebrò la Messa in Cattedrale, consacrando il nuovo altare maggiore che era stato restaurato e inaugurando anche la Cattedra episcopale. «Per cui – sottolinea Semeraro – il 21 settembre è diventato per noi una data simbolica, che segna l’inizio ufficiale del nuovo anno pastorale. Quest’anno poi, abbiamo terminato anche altri lavori di restauro e perciò ho pensato di invitare il Papa».
Lei ha parlato di «carattere familiare della visita». In che senso?
Innanzitutto per la semplicità con cui ho rivolto l’invito e per il “sì” pronto con cui il Santo Padre l’ha accettato. Gli ho spiegato che anche per noi, oltre che per lui, il 21 settembre aveva un grande significato, e mi ha detto: «Se nell’agenda non ci sono altri impegni, vengo senz’altro». Siamo stati fortunati. Poi perché, come disse Paolo VI venendo in diocesi nel 1963, la nostra Cattedrale è «sorella dell’arcibasilica Lateranense e pur essa, in origine, era dedicata a San Giovanni Battista». Infine per le modalità semplici con cui la visita si svolgerà.
Oltre alla Messa nella piazza, quali saranno gli altri momenti salienti?
Il Papa sarà accolto dal sindaco di Albano che gli consegnerà un libro su opere di volontariato sociale qui in città e gli mostrerà il murale che ricorderà la visita. Poi in Cattedrale Francesco presiederà una preghiera litanica, saluterà i sacerdoti e con loro si avvierà in processione verso la piazza per la celebrazione.
Che cosa si attende da questa visita?
Vorrei che il Papa con la sua benedizione ci incoraggi sul progetto pastorale che stiamo portando avanti, proprio alla luce della Evangelii gaudium. È in sintesi l’idea di una “pastorale generativa”, che vada oltre le cose da fare per privilegiare i rapporti con le persone, facendo nascere le cose nuove proprio da questi rapporti. Dunque non è più la pastorale del “si è fatto sempre così”, ma della conversione missionaria. Una pastorale attuata tramite il discernimento in comune e perciò tesa alla valorizzazione dei consigli: dal livello diocesano, ai consigli pastorali parrocchiali, a quelli per gli affari economici. Tutto parte dal convegno diocesano annuale, quest’anno è sul tema della creatività, e si espande a macchia d’olio.
Come attuate il progetto?
Al tavolo del discernimento noi invitiamo i poveri e quelli che, come i Magi, seguono la stella in cerca di speranza. Già i miei predecessori hanno avviato alcune opere. Più di recente abbiamo costituito la casa per i papà separati, la casa del discernimento e quindi la struttura di tutela per i minori. E poiché sono gli stessi progetti raccomandati dal Papa con il suo magistero, pregare con lui sarà per noi una forma di incoraggiamento.
Quali sono le urgenze della diocesi?
Il nostro è un territorio molto diversificato. Sul litorale la questione rilevante non è tanto la criminalità, anche se questi fenomeni ci sono, ma il forte tasso di immigrazione, specie nella parte che va verso la provincia di Latina, con tutte le questioni interculturali, interreligiose e di integrazione conseguenti. Nella parte centrale, che era quella più industrializzata, preoccupa la situazione di crisi di molte aziende, cui si accompagna oggi anche una crisi morale, dei costumi. Mentre la zona dei castelli è quella con più tradizioni. Per queste problematiche non pretendiamo di avere la bacchetta magica, ma siamo impegnati a dare segni di speranza. Tra le opere, ad esempio, tra breve inaugureremo una struttura di tre piani in cui abbiamo sistemato degli appartamenti da fittare a 100 euro al mese a famiglie in difficoltà finché non si riprendono.
Lei accennava prima al murale. Che cosa rappresenta?
È un omaggio all’enciclica Laudato si’, opera dell’artista Mauro Pallotta, in arte MauPal. Rappresenta il Papa che pulisce la fuliggine dello smog e dell’inquinamento, restituendo all’umanità un cielo azzurro e un sole splendente. Un modo per sottolineare che il messaggio della cura del Creato è molto importante per tutti noi.