lunedì 7 ottobre 2013
Papa Francesco domenica all'Angelus ha chiesto ai fedeli in piazza san Pietro di unirsi a lui in una «preghiera silenziosa» per le vittime. Ha ricordato poi che basta avere una fede piccola come un granello di senape «ma vera, sincera, per fare cose umanamente impossibili». E ricorda Rolando Rivi, il giovanissimo seminarista, ucciso nel 1945 a causa della sua fede a soli 14 anni, beatificato sabato a Modena. IL TESTO DELL'ANGELUS  | IL VIDEO 
La dottrina della custodia di Mimmo Muolo
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Francesco all’Angelus di ieri, rientrato da Assisi, chiede alla folla di fedeli in piazza san Pietro di unirsi a lui in una “preghiera silenziosa” per le vittime del mare a Lampedusa. Ricorda poi che basta avere una fede piccola come un granello di senape “ma vera, sincera, per fare cose umanamente impossibili.” “Vorrei ricordare assieme a voi le persone che hanno perso la vita a Lampedusa, giovedì scorso. Preghiamo tutti in silenzio per questi fratelli e sorelle nostri: donne, uomini, bambini… Lasciamo piangere il nostro cuore. Preghiamo in silenzio”. Francesco ha voluto anche condividere la gioia per la giornata vissuta venerdì ad Assisi: “Pensate che era la prima volta che mi recavo ad Assisi ed è stato un grande dono fare questo pellegrinaggio proprio nella festa di san Francesco. Ringrazio il popolo di Assisi per la calda accoglienza: grazie tante!”.Poi ispirato dal Vangelo domenicale, nell’Anno delle fede, ha rivolto un’invocazione particolare: “Anche noi come gli apostoli diciamo al Signore Gesù: “Accresci in noi la fede!”. Sì, Signore, la nostra fede è piccola, la nostra fede è debole, fragile, ma te la offriamo così com’è, perché Tu la faccia crescere. Ripetiamo tutti insieme: Signore, accresci in noi la fede!. Signore, accresci in noi la fede!. Signore, accresci in noi la fede! Che ce la faccia crescere".E la risposta del Signore è che basta avere una “fede quanto un granello di senape”, “cosi, piccola, ma vera, sincera, per fare cose umanamente impossibili, impensabili”. “Ed è vero! Tutti conosciamo persone semplici, umili, ma con una fede fortissima, che davvero spostano le montagne! Pensiamo a certe mamme e papà che affrontano situazioni molto pesanti; o a certi malati, anche gravissimi, che trasmettono serenità a chi li va a trovare".Persone – ha osservato il Papa – che “proprio per la loro fede, non si vantano di ciò che fanno”. Ha ricordato quindi Francesco il mese di ottobre dedicato alle missioni: “... pensiamo a tanti missionari, uomini e donne, che per portare il Vangelo hanno superato ostacoli di ogni tipo, hanno dato veramente la vita ..".E questo: “ci riguarda tutti": “ognuno di noi, nella propria vita di ogni giorno, può dare testimonianza a Cristo, con la forza di Dio, la forza della fede. La fede piccolissima che noi abbiamo, ma che è forte: con quella forza, dare testimonianza di Gesù Cristo. Essere cristiani con la vita! Con la nostra testimonianza".Ottobre anche il mese del Rosario. Il Papa ha richiamato in questa prima domenica la tradizionale Supplica alla Madonna di Pompei, Beata Vergine del Santo Rosario. “Ci uniamo spiritualmente a questo atto di fiducia nella nostra Madre, e riceviamo dalle sue mani la corona del Rosario: il Rosario è una scuola di preghiera, il Rosario è una scuola di fede!”.Dopo la recita dell’Angelus Francesco ha reso omaggio a Rolando Rivi, il giovanissimo seminarista, ucciso - nel 1945 a causa della sua fede - a soli 14 anni, beatificato ieri a Modena. “Colpevole solo di indossare – ha sottolineato il Papa - la veste talare in quel periodo di violenza scatenata contro il clero, che alzava la voce a condannare in nome di Dio gli eccidi dell’immediato dopoguerra “. “Ma la fede in Gesù vince lo spirito del mondo! Rendiamo grazie a Dio per questo giovane martire, eroico testimone del Vangelo. E quanti giovani di 14 anni, oggi, hanno davanti agli occhi questo esempio: un giovane coraggioso, che sapeva dove doveva andare, conosceva l’amore di Gesù nel suo cuore e ha dato la vita per Lui. Un bell’esempio per i giovani …”.
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