giovedì 19 novembre 2015
Il portavoce della Sala Stampa vaticana: nessun auto blindata, né giubbotto antiproiettili. Il comandante della Gendarmeria vaticana, Domenico Giani farà un sopralluogo in Africa prima dell'arrivo del Papa, in modo da verificare la situazione del momento
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È l’ora dell’Africa per Papa Francesco, messaggero di pace e riconciliazione in tre Paesi differenti: Kenya, Uganda e Repubblica Centrafricana.

L'undicesimo viaggio internazionale di Francesco, il primo in Africa.

Padre Federico Lombardi, portavoce della Sala Stampa vaticana che ha voluto anche ricordare i viaggi dei precedenti Pontefici e in particolare di San Giovanni Paolo II che, nel suo Pontificato, ha visitato 42 Stati africani, quasi la totalità del continente, ha riportato le precedenti intenzioni di papa Francesco: “Il Papa aveva già detto una volta che si incontrava con noi tornando in aereo dal Brasile che voleva andare in Asia e in Africa: in Asia c’è andato, ha fatto due grandi viaggi a cui abbiamo partecipato e che abbiamo seguito, e adesso è venuta l’ora dell’Africa”. 

 "Il Papa desidera andare in Centrafrica: il programma resta confermato con tutti i suoi appuntamenti, compresa la visita al campo rifugiati, quella alla Moschea e l'apertura della Porta Santa che anticiperà l'inizio del Giubileo in Africa". Questi alcuni dei dettagli anticipati da padre Lombardi sul prossimo viaggio apostolico.

Secondo il gesuita, il clima seguito agli attentati di Parigi non influisce sulla preparazione del viaggio. "Non direi - ha detto - che i fatti di Parigi abbiano cambiato specificamente i problemi che riguardano il Centrafrica, e in generale l'Africa, dove purtroppo abbiamo a che fare da tempo con situazioni di violenza precedenti agli attacchi di Parigi che qui ovviamente sentiamo come molto gravi e significativi". 

"È possibile una decisione dell'ultimo momento che fermi il Papa?", è stato chiesto a Lombardi che ha risposto: "Come fa ogni persona saggia si vedrà anche quello che sta accadendo in quel momento. Il dottor Giani va un prima dell'arrivo del Papa, speriamo che trovi una buona situazione".

In tutte le tappe del suo viaggio in Africa, compresa quella di Bangui, capitale del Centrafrica dove è in atto una guerra civile, "Papa Francesco utilizzerà delle jeep bianche scoperte, non le papa-mobili blindate", ha precisato il portavoce della Santa Sede. Quanto all'ipotesi che Bergoglio possa essere convinto a indossare un giubbotto antiproiettile, padre Lombardi ha aggiunto: "è la prima volta che sento tale ipotesi. Sarebbe curioso andare su un mezzo non protetto e poi indossare il giubbotto. Non l'ho mai sentita e non ci credo".

Per una coincidenza della tempistica, il segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, non parteciperà comunque alla tappa in Centrafrica (o alla eventuale decisione di non andare): il 29 novembre infatti dovrà già essere a Parigi per rappresentare la Santa Sede al Vertice sul clima.

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