Un momento dell'Incontro nazionale dell'Ordo Virginum tenutosi a Napoli nell'agosto 2017
Nel mondo sono presenti oltre cinquemila appartenenti all’Ordo Virginum, una particolare vocazione femminile che ha origini antichissime ed è stata recuperata dopo il Concilio. Oggi per la prima volta la Santa Sede ha pubblicato una Istruzione, dal titolo Ecclesiae Sponsae Imago, che approfondisce la fisionomia e la disciplina di questa forma di vita.
Il documento, di 120 pagine, è curato dalla Congregazione per i religiosi. Nella sua presentazione il cardinale prefetto João Braz de Aviz, ricorda come nel 1970 su mandato del Beato Paolo VI venne promulgato il nuovo Rito della Consacrazione delle vergini. Così, come accadeva nelle comunità apostoliche e in epoca patristica, dopo secoli era concessa la possibilità di ricevere questa consacrazione anche alle donne che restano nel proprio ordinario contesto di vita, e non più riservata alle monache. Il porporato esprime anche l’auspicio che si possa organizzare e veder convenire a Roma le vergini consacrate di tutto il mondo per un nuovo incontro internazionale nel 2020, per celebrare con Pietro il 50 anniversario del Rito.
Attualmente le appartenenti all’Ordo Virginum sono più di cinquemila, e sono in continua crescita. Si trovano nei cinque continenti, in moltissime diocesi, in contesti ecclesiali e sociali molto diversi tra loro. Come sottolineato dal segretario della Congregazione per i religiosi, l’arcivescovo José Rodríguez Carballo, sono numerosissimi i vescovi diocesani che hanno promosso la ricomparsa di questa forma di vita consacrata, direttamente affidata alla loro cura pastorale.
L’Istruzione diffusa oggi “intende rispondere alle richieste, giunte da più parti, di indicazioni che orientino l’azione dei Vescovi diocesani nella cura pastorale dell’Ordo virginum”. E si sviluppa in tre parti: la vocazione e la testimonianza dell’Ordo virginum; la configurazione dell’Ordo virginum nelle Chiese particolari e nella Chiesa universale; il discernimento vocazionale e la formazione per l’Ordo virginum.
Il documento ricorda che “l’elemento peculiare dell’Ordo virginum, per cui si distingue dagli Istituti di vita consacrata, è che il carisma della verginità si armonizza con il carisma proprio di ciascuna consacrata, dando luogo ad una grande varietà di risposte alla vocazione, in una libertà creativa che esige senso di responsabilità ed esercizio di un serio discernimento spirituale”. La consacrazione, infatti, “le riserva a Dio senza distoglierle dall’ambiente nel quale vivono”. Possono così “vivere da sole, in famiglia, insieme ad altre consacrate o in altre situazioni favorevoli alla espressione della loro vocazione e all’attuazione del loro concreto progetto di vita”. Fermo restando che “provvedono al proprio sostentamento con i frutti del proprio lavoro, che scelgono liberamente e nel quale si mettono a servizio del progresso integrale della società”.
L’Istruzione poi si concentra sulle concrete implicazioni del radicamento diocesano dell’Ordo Virginum, che però non consiste in una chiusura particolaristica entro i confini della diocesi, dato che le consacrate si aprono agli orizzonti della missione universale della Chiesa e sperimentano forme di comunione anche in ambito sovradiocesano, sia a livello dei raggruppamenti di Chiese particolari, con il sostegno delle rispettive Conferenze Episcopali, sia a livello della Chiesa universale, riferendosi alla Santa Sede e in particolare alla Congregazione per i religiosi.
La terza parte dell’Istruzione individua infine “i principi e i criteri fondamentali per il discernimento vocazionale, la formazione previa alla consacrazione e la formazione permanente”. E in particolare viene delineato il ruolo del vescovo diocesano, “cui spetta discernere la vocazione delle aspiranti e delle candidate; provvedere affinché ciascuna possa ricevere un’accurata formazione iniziale; portare a compimento il discernimento relativo alla ammissione alla consacrazione; presiederne la celebrazione e successivamente accompagnare e sostenere il cammino di formazione permanente delle consacrate”.
L’arcivescovo Rodriguez Carballo nella sua presentazione rimarca come la ricomparsa dell’Ordo virginum, “vocazione specificamente femminile”, è un “dato significativo”, non soltanto “per la comprensione e la valorizzazione della presenza delle donne nel popolo di Dio”, ma anche e “più radicalmente” in ordine “all’approfondimento della coscienza che la Chiesa ha di se stessa come Sposa di Cristo, popolo di Dio che nella storia cammina verso il compimento escatologico”.