mercoledì 21 marzo 2012
​Profonda preoccupazione per la situazione dei richiedenti asilo africani, tenuti in ostaggio nel Sinai da pericolose bande di trafficanti criminali: la esprime l’Assemblea degli Ordinari cattolici di Terra Santa, in un comunicato rilanciato dalla Radio Vaticana.
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Profonda preoccupazione per la tragica situazione dei richiedenti asilo africani, tenuti in ostaggio nel Sinai” da pericolose bande di trafficanti criminali. La esprime l’Assemblea degli Ordinari cattolici di Terra Santa, riunitasi nei giorni scorsi a Nazareth, che ha pubblicato ieri un comunicato al riguardo, diffuso dall’Agenzia Habeshia per la cooperazione allo sviluppo, da tempo al fianco dei profughi del Sinai, e rilanciata dalla Radio vaticana. Nel documento si chiede “di porre fine immediatamente alla tratta di esseri umani” in corso da anni in Nord Africa e si denunciano “gli abusi, le umiliazioni, le torture, gli stupri e gli omicidi” a cui i profughi - perlopiù eritrei, etiopi e somali - sono sottoposti. Un appello, quello dei leader cattolici di Terra Santa, rivolto sia alle autorità di Egitto e Israele sia alla comunità internazionale, affinché venga rispettato il diritto umanitario internazionale, tutelando “la dignità e l'integrità fisica e psicologica” dei migranti. Tra i 21 firmatari del documento, oltre al Patriarca latino di Gerusalemme, mons. Fouad Twal, anche padre David Neuhaus, vicario patriarcale per la Comunità dei cristiani cattolici di lingua ebraica, raggiunto al telefono dalla Radio vaticana. «Abbiamo pubblicato questa denuncia affinché il mondo non dimentichi», ha detto Neuhaus. In Israele sono state già racolte mille testimonianze di persone giunte dal Sinai. Si è scoperto che esistono banditi che rapiscono migranti per chiedere riscatti. Non ci sono prove di traffici di organi, ma si sta cercando di scoprire la verità.«Chiediamo alla polizia egiziana, all’esercito, alle autorità civili di mettere fine a questa attività criminale e che i profughi africani che giungono nel Paese vengano trattati con rispetto, secondo quanto affermato dal diritto internazionale. Chiediamo anche ad Israele che vengano scoperti quanti collaborano con questi elementi criminali nel Sinai. Infine, chiediamo alle autorità israeliane di permettere alle persone arrestate, perché entrate illegalmente nel Paese, di poter avere contatti con la Chiesa, affinché si possa dar loro consolazione spirituale per affrontare la situazione molto difficile. Noi sappiamo che in questi campi, in queste prigioni, ci sono anche dei bambini. Chiediamo di lavorare con loro: sono bambini traumatizzati dopo tutto ciò che hanno passato nel deserto, per arrivare qui».
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