venerdì 17 marzo 2023
Ritorna “24 ore per il Signore” iniziativa quaresimale di preghiera e riconciliazione. Francesco celebrerà in Santa Maria delle Grazie al Vittoriale. Parla il parroco don Fois: sorpresa ed entusiamo
La chiesa di Santa Maria delle Grazie al Trionfale, Roma

La chiesa di Santa Maria delle Grazie al Trionfale, Roma - Collaboratori

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Torna, per la decima edizione, “24 ore per il Signore”, iniziativa quaresimale di preghiera e riconciliazione voluta da Papa Francesco. Anche quest’anno l’evento si celebrerà nelle diocesi di tutto il mondo alla vigilia della quarta domenica di Quaresima. Oggi e domani «in preparazione alla Pasqua di Risurrezione, le chiese rimarranno aperte per un giorno intero, in modo da offrire ai fedeli e ai pellegrini l’occasione di sostare in qualsiasi momento in adorazione e l’opportunità di confessarsi», spiega la prima sezione del Dicastero per l'evangelizzazione, che ha come pro-prefetto l’arcivescovo Rino Fisichella e che promuove l’iniziativa. Quest’anno papa Francesco presiederà “24 ore per il Signore” non in Basilica Vaticana ma nella vicina parrocchia di Santa Maria delle Grazie al Trionfale. Avvenire ha intervistato il parroco, don Antonio Fois.

Don Antonio, come ha saputo della bella sorpresa del Papa?

Da monsignor Fisichella. È venuto a trovarmi una ventina di giorni fa e mi ha comunicato che quest’anno la le 24 ore per il Signore sarebbero state celebrate in questa parrocchia. La mia prima reazione è stata: «Il Papa non può farlo, allora la farà lei qui?». «No, no. Si fa qui e viene il Papa» mi ha risposto spiegandomi che si voleva dare un taglio più comunitario e pastorale, meno solenne rispetto a quello che poteva apparire nella Basilica vaticana.

Le reazioni in parrocchia?

Ho potuto comunicare la bella notizia ai nostri parrocchiani due lunedì fa. Può immaginare la sorpresa e l’entusiasmo dei fedeli! Noi siamo a ridosso delle mura vaticane e non ci aspettavamo una visita del Papa che, giustamente, privilegia nelle sue uscite le periferie urbane ed esistenziali. In tantissimi hanno chiesto i biglietti per partecipare. Anche molti giovani e giovanissimi hanno espresso il desiderio di partecipare a questa liturgia penitenziale guidata dal nostro vescovo, il Papa. Un evento internazionale fatto nella nostra realtà parrocchiale.

Come si svolgerà la visita delPapa?

Da quello che mi è stato comunicato il Papa arriverà intorno alle 16,30. Entrerà direttamente in chiesa. Non ci sarà, come normalmente avviene nelle visite pastorali, l’incontro con le varie realtà parrocchiali. Ma si recherà subito all’altare della Beata Vergine Maria, dove è custodito il Santissimo e dove si trova l’icona della Madonna delle Grazie.

Un’icona storica anche per la città di Roma…

Esatto. È venerata nell’Urbe dal 1587 quando il venerabile fra Albenzio de Rossi la portò dalla Terra Santa. Ed è stata fino agli anni Quaranta nell’antica chiesetta di Borgo Angelico. Nel 1924 il cardinale Merry del Val la incoronò in piazza San Pietro davanti, raccontano le cronache, a duecentomila romani. Una cifra davvero impressionante per l’epoca. Nel dicembre 1984 poi, quando era parroco monsignor Paolo Gillet, venne qui san Giovanni Paolo II per incoronarla di nuovo. Mi sono permesso di insistere con monsignor Fisichella perché il Papa venisse a venerarla.

Perché?

L’icona raffigura una Madonna che allatta. Immagine della tenerezza femminile e materna. Quindi può essere veramente l’icona di questa giornata dedicata alle confessioni. Icona di quella tenerezza che il Papa ci chiede di applicare nel momento in cui amministriamo il sacramento della riconciliazione.

Dopo questo momento, inizia la liturgia penitenziale…

Sì. Ci sarà l’esposizione del Santissimo Sacramento. Il Papa confesserà alcuni fedeli. Al termine ci sarà la benedizione eucaristica. Poi il Papa rientrerà in Vaticano mentre gli altri sacerdoti continueranno a confessare.

Quanti saranno i preti a confessare?

Saremo in 25 in tutto. Qui in canonica, compresi alcuni officiali di curia e studenti, siamo in sette. Poi ci sono collaboratori fissi.

Con quali criteri sono stati scelti i fedeli che si confesseranno dal Papa?

Per quanto riguarda quelli designati dalla parrocchia abbiamo privilegiato fedeli che hanno vissuto e stanno soffrendo situazioni di particolare sofferenza, come la mamma di Marco, il giovane alpinista tragicamente scomparso lo scorso ottobre durante un’escursione. Persone che potrebbero non capire qual è la volontà di Dio in quello che stanno vivendo. Le abbiamo scelte per poterle affidare alla misericordia, alla capacità di amare del Papa. Mi auguro di cuore che possa essere terapeutica per la salute delle loro anime.

Questa cerimonia penitenziale arriva dopo un lungo periodo segnato dal Covid. Nella vostra esperienza parrocchiale, come si sta vivendo questa ripresa?

C’è una ripresa, ma c’è stata anche una continuità. In piena obbedienza alla testimonianza che ci ha offerto il Papa con le sue messe mattutine a Santa Marta e con le sue preghiere solitarie in piazza noi non abbiamo mai interrotto questo servizio della confessione. Con tutte le precauzioni del caso, ovviamente. Anche quando abbiamo dovuto sospendere le liturgie abbiamo sempre esposto il Santissimo, e c’è stato sempre un sacerdote disponibile per il sacramento della riconciliazione. Questo è stato apprezzato dalla gente e ci ha garantito una ripresa forse meno faticosa rispetto ad altre realtà.

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