mercoledì 23 dicembre 2015
Dopo 3 anni di guerra In Siria, un segno di speranza. L'arcivescovo maronita di Damasco, Samir Nassar: «Quest’anno Natale a Damasco sarà anche una festa di Resurrezione».
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Nel bel mezzo delle rovine e della distruzione, dopo tre anni di guerra, a Damasco sorgerà una nuova chiesa maronita. Sarà inaugurata l'8 gennaio nel quartiere di Kachkoul, alla periferia Est di Damasco, e sarà intitolata ai Beati Fratelli Massabki, martiri di Damasco, uccisi nel 1860. Lo ha spiegato l'arcivescovo maronita di Damasco, Samir Nassar definendo l'evento «un autentico dono del Natale: sarà un'oasi di preghiera e un segno di gioia e di speranza in mezzo a un mondo di violenza, di intolleranza e di paura». «In mezzo alle rovine, questa nuova cappella si presenta come la stella dei Magi, che conduce al Bambino Divino» rimarca. «Nonostante la guerra, nonostante i gravi problemi sociali ed economici – racconta l'arcivescovo all'agenzia Fides – i nostri sacerdoti e fedeli hanno avviato tre progetti per sviluppare tre cappelle in tre quartieri di Damasco. Ora sorge la prima. Le altre due saranno nei quartieri di Douwaylaa e Jaramana. Questi luoghi servono a rinsaldare le comunità dei fedeli, a organizzare catechesi e incontri sulla Bibbia e serate di preghiera e fraternità. In questo tempo difficile, di precarietà e violenza, Cristo continua ad attrarre sempre di più» «Costruire una chiesa in tempi di guerra e di desolazione – conclude l'arcivescovo Nassar – esprime il desiderio di vincere la morte e il coraggio di vivere la fede. I nostri coraggiosi fedeli hanno scelto di restare in città, di andare contro corrente e di riporre la loro fiducia in Gesù Cristo, in questa notte oscura. Quest’anno Natale a Damasco sarà anche una festa di Resurrezione».
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