lunedì 1 dicembre 2014
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"Non possiamo rassegnarci a un Medio Oriente senza i cristiani, che lì hanno professato il nome di Gesù per duemila anni". Lo affermano papa Francesco e il patriarca ecumenico Bartolomeo nella dichiarazione congiunta firmata oggi a Istanbul. Molti nostri fratelli e sorelle sono perseguitati e sono stati costretti con la violenza a lasciare le loro case - affermano i due leader religiosi -. Sembra addirittura che si sia perduto il valore della vita umana e che la persona umana non abbia più importanza e possa essere sacrificata ad altri interessi. E tutto questo, tragicamente, incontra l'indifferenza di molti". Secondo Francesco e Bartolomeo, "c'è anche un ecumenismo della sofferenza": "Come il sangue dei martiri è stato seme di forza e di fertilità per la Chiesa, così anche la condivisione delle sofferenze quotidiane può essere uno strumento efficace di unità". "La terribile situazione dei cristiani e di tutti coloro che soffrono in Medio Oriente - aggiungono - richiede non solo una costante preghiera, ma anche una risposta appropriata da parte della comunità internazionale". "Riconoscendo gli sforzi già fatti per offrire assistenza alla regione - affermano ancora il Papa e il Patriarca ecumenico -, ci appelliamo al contempo a tutti coloro che hanno la responsabilità del destino dei popoli affinché intensifichino il loro impegno per le comunità che soffrono e consentano loro, comprese quelle cristiane, di rimanere nella loro terra natia".
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