mercoledì 28 dicembre 2022
La fondazione vaticana traccia un bilancio provvisorio dei sacerdoti e delle suore vittime di atti di violenza nella loro opera al fianco degli ultimi. A giorni l'annuale Rapporto di Fides
Suor Maria De Coppi, uccisa in Mozambico

Suor Maria De Coppi, uccisa in Mozambico - .

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Dopo le tragiche notizie degli scorsi giorni, dalla Nigeria arriva una luce di speranza. Sono stati rilasciati due dei tre sacerdoti rapiti poco prima di Natale. Ieri è tornato libero padre Mark Ojotu, della diocesi di Otukpo, nello Stato orientale di Benue, catturato il 23 dicembre. Quella notte – ma la notizia è arrivata solo ieri – è stato rilasciato don Sylvester Okechukwu, della diocesi di Kafanchan, nello Stato di Kaduna, nel sud, preso otto giorni fa, nella rettoria della chiesa. Non si sa niente, invece, di padre Christopher Ogide, della parrocchia di Maria Assunta di Umuopara, nella diocesi di Umuahia, nella regione meridionale di Abia. Quest’ultimo era stato sequestrato il 17 dicembre. Il mese di dicembre, dunque, ha visto un inquietante aumento della violenza nei confronti di presbiteri e operatori pastorali, bersaglio di tre rapimenti nel giro di cinque giorni. È andata peggio solo in luglio, con sette sacerdoti sequestrati. I responsabili sono le bande criminali che che li catturano per incassare i soldi dei riscatti. Risorse con cui finanziano le armi per realizzare furti e razzie nei villaggi. Interi pezzi di Paese sono nelle mani delle gang. E finora, la sola risposta del governo del presidente Muhammadu Buhari è stato il pugno di ferro. La settimana scorsa, le autorità hanno messo a segno una serie di raid aerei contro le bande, nell’area nord-occidentale di Zamfara. In realtà, secondo fonti locali, si è trattata di una semplice rappresaglia per l’uccisione di 15 militari da parte dei banditi. Lo stesso esecutivo ha dovuto ammettere un «danno collaterale» dopo i blitz, ovvero un centinaio di civili assassinati. Proprio il malcontento spinge i ragazzi, spesso giovani o giovanissimi, nella mani delle bande, acuendo, dunque, il problema.

In Nigeria uccisi quattro sacerdoti

Proprio partendo da questi fatti di cronaca la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs) ha fornito un primo provvisorio bilancio della difficile missione che sacerdoti e religiose devono affrontare in diverse parti del mondo. Secondo i dati diffusi da Acs proprio in Nigeria è stato sparso il sangue di quattro sacerdoti locali, spesso a conclusione di un rapimento effettuato da bande armate. Ma il tributo, secondo quando riferito anche dal sito Il Sismografo, in Africa coinvolge anche la Repubblica democratica del Congo con due presbiteri assassinati (è uno dei due Paesi che papa Francesco visiterà dal 31 gennaio al 5 febbraio 2023. L’altro è il Sud Sudan), la Tanzania e il Mozambico entrambi con una sola vittima. Nel caso del Mozambico la vittima è una suora comboniana italiana originaria di Vittorio Veneto, suor Maria De Coppi, uccisa nell’assalto terroristico alla missione di Chipene gestita dalla congregazione. L’Africa con le sue otto vittime, secondo i calcoli del sito di informazione religiosa, precede di poco il numero delle vittime che si contano nelle Americhe, dove i morti di questo bilancio provvisorio sono 7. Di questi tre hanno perso l avita in Messico in assalti di bande armate o dopo un sequestro. Il triste elenco comprende anche la morte di altri tre presbiteri (in Honduras, Bolivia e Stati Uniti) e di una suora ad Haiti. In quest’ultimo caso si tratta di suor Luisa Dell’Orto, missionaria lecchese di 65 anni, vittima di una rapina in cui è rimasta gravemente ferita e poi deceduta. In questo triste elenco, il Sismografo, inserisce anche il sacerdote dominicano ucciso nella chiesa di Dak Mot in Vietnam mentre stava confessando.

La piaga dei sequestri, a volte mortali

Da parte sua la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre, pone la propria attenzione al fenomeno dei sequestri di sacerdoti e religiose per periodi differenti, che nella gran parte si concludono con la liberazione dell’ostaggio dopo una prigionia certo non facile. Secondo i calcoli dell’Acs nel corso del 2022 vi sarebbero stati 42 sacerdoti rapiti in diversi paesi nei vari continenti, anche se la Nigeria, secondo questa classifica, detiene il non invidiabile primato di 28 casi di sacerdoti prelevati durante la loro missione pastorale. Nei 42 casi, specifica ancora l’Acs per 36 volte il rapimento si è concluso con la liberazione dell’ostaggio.

Nel bilancio parziale diffuso dall’Acs spiccano anche alcune situazioni in cui la Chiesa locale vive con difficoltà la propria missione. Viene citato il caso del Nicaragua, dove le autorità nazionali sono arrivate addirittura a espellere il nunzio apostolico, Waldemar Stanislaw Sommertag, rappresentante di papa Francesco in quella Nazione.

L’Acs tocca anche il caso della Chiesa in Cina parlando di sacerdoti ancora limitati dalle autorità politiche. In Cina è in vigore un Accordo provvisorio tra Santa Sede e Pechino sui rapporti che gestiscono la nomina e il riconoscimento dei vescovi in comunione con il Papa.

Nei prossimi giorni, come ogni anno, l’Agenzia Fides pubblicherà l’elenco aggiornato e completo degli operatori pastorali (preti, suore, religiose, seminaristi, laici impegnati) ucciso nel corso del 2022. Un doloroso appuntamento di fine anno, che diventa un bilancio e un segno delle difficoltà della missione pastorale nel mondo.

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