mercoledì 11 maggio 2016
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« O viviamo una vita religiosa profetica con tutte le sue conseguenze di testimoni della vita e della missione di Gesù in termini reali, o scompariamo come una realtà irrilevante ». Per suor Mary Sujita, che per molti anni ha vissuto con i poveri nel Bihar, nel Nord dell’India, la strada da intraprendere è quella che porta verso le periferie. Non è più tempo di spendere «la maggior parte delle energie fisiche e spirituali, delle risorse e priorità sul ridimensionamento, sulla mancanza di vocazioni, sulle sfide per mantenere le nostre istituzioni un tempo fiorenti e sicure», ha detto la religiosa rivolgendosi alle 870 consorelle che partecipano alla 20ª Assemblea plenaria dell’Unione internazionale delle Superiore generali (Uisg), in programma a Roma fino a venerdì. Nella seconda giornata dei lavori, incentrata sulla necessità di rispondere cristianamente ai bisogni delle periferie, suor Sujita si è chiesta se «non stiamo riducendo il “pungolo profetico” insito nella nostra chiamata, riempiendoci la bocca del più recente gergo profetico, teologico e sociologico, che ci dà la buona sensazione di fare la missione di Dio anche quando siamo occupate a compiere la nostra personale missione di conservare il passato, proteggere le nostre istituzioni o legittimare il presente». Davanti ai drammi della fame e del fondamentalismo religioso, al crescente numero di «vittime di traffici e di violenze, di uomini venduti e discriminati », al fatto che «le risorse della terra vengono saccheggiate con avidità dai potenti» e che «la politica è diventata un’arma di oppressione e di indulgenza verso se stessi», ha scandito la religiosa, «non possiamo più ridurre la nostra missione a qualche ministero istituzionale e a buone azioni caritatevoli di tipo tradizionale, comunque necessarie, e sentirci soddisfatte». Bisogna invece «attraversare i confortevoli confini» e uscire perché «il futuro della vita religiosa sarà deciso nelle periferie dove Cristo è in angoscia». È lì, ha concluso suor Sujita, che «riscopriremo l’agenda di Gesù e testimonieremo sulla sua missione di unità, comunione e solidarietà globale». Stefania Careddu © RIPRODUZIONE RISERVATA Un momento dell’Assemblea
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