venerdì 8 gennaio 2016
“Migranti e rifugiati ci interpellano. La risposta del Vangelo della misericordia”. È il tema scelto da Papa Francesco per la Giornata mondiale del rifugiato che si celebra domenica 17 gennaio. Il cardinale Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti, presiede la Messa in San Pietro.
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Attraverseranno la Porta Santa con la Croce di Lampedusa, poi la Messa nella basilica di San Pietro, prima di partecipare alla preghiera dell’Angelus con Papa Francesco. È il programma che attende gli oltre 6mila migranti e rifugiati di 30 nazionalità diverse che domenica 17 gennaio arriveranno da tutte le diocesi del Lazio per prendere parte al Giubileo dei migranti, nella Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. “Migranti e rifugiati ci interpellano. La risposta del Vangelo della misericordia”. È il tema scelto da Papa Francesco per la prossima Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che si celebra domenica 17 gennaio. 6mila migranti parteciperanno all'Angelus del Papa in piazza San Pietro. E, insieme, passeranno dalla Porta santa prima di prendere parte alla celebrazione eucaristica in San Pietro, presieduta dal cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti. In tutte le parrocchie italiane si pregherà per e con i migranti e, in particolare, si cercherà di coniugare accoglienza e misericordia, nello spirito del Giubileo; mentre in San Pietro arriverà la Croce fabbricata sull'isola di Lampedusa con il legno delle barche dei migranti, benedetta dal Papa. Lo ha ricordato monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes: «Così sotto lo sguardo e la protezione della Croce di Lampedusa, i migranti affideranno a Dio, ricco di misericordia, il cammino e le sofferenze di tanti fratelli e sorelle rifugiati in fuga da guerre e disastri ambientali». Il cardinale Vegliò, ha spiegato ancora il direttore generale della Migrantes, «durante la Messa che verrà celebrata alle 13, consacrerà le ostie prodotte al carcere di massima sicurezza di Opera da tre detenuti: tre persone che hanno commesso omicidi, ma che hanno seguito un percorso di consapevolezza e di redenzione personale, con l'aiuto e il sostegno dei sacerdoti del carcere». Si tratta di un progetto ideato dalla Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti Onlus, che si inserisce nel percorso di conversione e redenzione giubilare voluto da Papa Francesco. «Le ostie, che nascono da mani che hanno ucciso e che verranno consacrate in San Pietro, testimoniano che il bisogno di essere salvato dall'amore di Cristo è per ogni uomo e non soltanto per chi sta scontando una pena in carcere e che, spesso, ha già ritrovato una profonda consapevolezza degli errori commessi» ha spiegato Arnoldo Mosca Mondadori, fondatore della "Casa dello Spirito e delle Arti" che cura il trasporto a Roma della Croce di Lampedusa - altro progetto della "Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti Onlus" - realizzata con le assi di legno provenienti dai barconi su cui hanno viaggiato i migranti, benedetta da Papa Francesco il 9 aprile 2014 e da quel giorno in viaggio attraverso l'Italia, grazie a una "staffetta spirituale", guidata da volontari, che unisce parrocchie, monasteri, carceri e ospedali.  
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