sabato 26 giugno 2021
Durante le liturgie nelle chiese cattoliche della regione verrà compiuto l’atto di affidamento. Da Roma anche papa Francesco si unirà all’appuntamento impartendo una speciale benedizione.
Sacra Famiglia. Mosaico di Marko Ivan Rupnik (particolare)

Sacra Famiglia. Mosaico di Marko Ivan Rupnik (particolare) - Archivio Avvenire

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Le Chiese cattoliche del Medio Oriente si preparano a consacrare l’intera regione alla Sacra Famiglia di Nazareth. Questa domenica, 27 giugno, con il patrocinio del Consiglio dei patriarchi cattolici del Medio Oriente, nei Paesi in cui l’organismo esercita la sua azione di coordinamento sono in programma Messe per invocare il dono della pace. Durante le liturgie verrà compiuto l’atto di affidamento. Da Roma anche papa Francesco si unirà all’appuntamento impartendo una speciale benedizione.

Intanto il sito del patriarcato caldeo ha diffuso in versione araba il messaggio con cui il Pontefice accompagna l’iniziativa. Un gesto che, a giudizio del Papa, contribuisce anche a «preparare i cuori» all’incontro di preghiera per il Libano previsto per il 1° luglio.

Nel testo Francesco ricorda come che la Famiglia di Nazareth abbia un vincolo misterioso con l’identità e la missione dei cristiani mediorientali. Giuseppe e Maria hanno protetto il mistero del Verbo di Dio diventato carne. In modo analogo, nella materialità dolente delle loro vite, resi umili e inermi davanti ai poteri politici e religiosi, i discepoli di Cristo vivono il dono di riconoscere nello stupore il compimento delle promesse di Dio. E, se Maria e Giuseppe sono dovuti fuggire in Egitto con Gesù, anche molte famiglie cristiane mediorientrali – nota il Papa – partecipano oggi della stessa sorte, dovendo salvare i figli da guerre, fame e soprusi.

Inoltre la consacrazione del Medio Oriente – suggerisce Bergoglio – può accompagnare ogni battezzato della regione a riscoprire la natura intima della vocazione cui è chiamato: non si tratta solo di rivendicare il dovuto rispetto dei propri diritti ma occorre essere testimoni e custodi che attingono alle sorgenti apostoliche della fede.

Una predilezione che non separa o contrappone i cristiani ai credenti di altre fedi. Ecco perché davanti alla ferocia sanguinaria – riconosce il Papa – serve che «i cuori vengano guariti dall’opera consolatrice dello Spirito» e «la luce della fede torni a illuminare anche il cammino delle genti che condividono la comune discendenza da Abramo, padre di tutti i credenti». Quindi il Pontefice invita a vivere la profezia della fratellanza umana e a essere «sale della terra» anche nella vita sociale e politica, operando per il bene comune.

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