venerdì 26 gennaio 2024
Il presule aveva 97 anni e si è spento ieri. Per 15 anni ha guidato la diocesi siciliana. Prima dal 1978 al 1987 era stato pastore di Cefalù
Il vescovo emerito di Emanuele Catarinicchia (1926-2024)

Il vescovo emerito di Emanuele Catarinicchia (1926-2024) - Un'immagine di archivio

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Si è spento questo pomeriggio, all’età di 97 anni, Emanuele Catarinicchia, vescovo emerito della diocesi di Mazara del Vallo (provincia di Trapani). Originario di Partinico (Palermo) vi era nato il 12 luglio 1926, fu ordinato presbitero il 2 aprile 1949. Eletto alla sede vescovile di Cefalù l’11 novembre 1978, venne ordinato, sempre quell’anno, il 17 dicembre. Rimase alla guida di questa Chiesa particolare fino al 1987. Ha guidato la diocesi di Mazara del Vallo dal 7 dicembre 1987 e sino al 15 novembre 2002, per quasi 15 anni. Diventato emerito ha scelto di rimanere a vivere a Mazara del Vallo. È stato lui a riaprire il Seminario in piazza della Repubblica nel 1989; ha ordinato 30 presbiteri negli anni del suo ministero episcopale. Ha promosso il 15° Sinodo della Chiesa mazarese, celebrato nel 1995 (le costituzioni sinodali sono entrate in vigore il 1° gennaio 1996). Nel 1993 ha chiesto a papa Giovanni Paolo II l’indizione di un Anno giubilare straordinario, ricorrendo 900 anni dall'istituzione della diocesi. L’8 maggio 1993 ha accolto Giovanni Paolo II venuto in visita pastorale a Mazara del Vallo. «Dopo più di un mese di sofferenza intensa che ha aggravato le sue condizioni di salute già precarie, se ne è andato al suo Signore carico d’anni e di meriti – ha detto il Vescovo monsignor Angelo Giurdanella. A luglio avrebbe compiuto 98 anni e già da tempo diceva di essere pronto per il viaggio, continuando a chiedere perdono a quanti incontrava. Si era ben preparato all’incontro, nel silenzio e nella meditazione della sua abitazione che considerava il suo eremo». Il Vescovo Giurdanella ha scritto un lungo messaggio di cordoglio ieri, insieme a tutto il presbiterio, i consacrati e i diaconi. «Nei 15 anni di ministero episcopale nella nostra Diocesi ha tracciato un’impronta di cui continua a sopravvivere la memoria e l’affetto nel presbiterio e nell’intero popolo di Dio – c’è scritto nel messaggio – carattere volitivo, tenace, intrepido, provocò un risveglio dell’intera compagine ecclesiale, promuovendo eventi straordinari». Una presenza, quella di Catarinicchia, che non è passata inosservata nella storia della Chiesa mazarese. «Per la nostra Chiesa gli anni del suo ministero sono stati come una primavera di rinnovamento di cui ancora oggi si colgono i frutti – ha scritto Giurdanella – dal punto di vista sociale è stato un punto di riferimento concreto e ideale, sia per il presbiterio che per il laicato. Con la sua presenza autorevole affrontava con dignità e coraggio la difficile e complessa missione della Chiesa e della vita civile. Si è fatto amare e si è impegnato ad amare, con lo spiccato senso di paternità e la sua disponibilità a rendersi presente anche nei momenti più difficili che hanno segnato la vita della sua Chiesa, delle famiglie, dei suoi preti». Dopo essere diventato emerito – nel 2002 – monsignor Catarinicchia ha scelto di continuare a vivere a Mazara del Vallo: «Lo ha saputo fare nel silenzio ritirato e nella preghiera, provato nella difficoltà deambulatoria ma sempre lucido, vigile, interessato alle vicende della Chiesa e della sua Chiesa di Mazara». La camera ardente da oggi e sino a domani alle 15 è allestita presso Villa Tilotta in via Salemi. Dalle 15 di domani la salma sarà traslata in episcopio (piazza della Repubblica): la camera ardente resterà aperta fino alle ore 21. Domenica: 9-13 e 16-21.

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