domenica 29 marzo 2009
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«Un segno, un ricordo che tutti siamo creati per amare ed essere amati, come ella stessa amava ripetere » . Una Casa- Museo per lei, la Madre dei poveri, nata nel cuore dei Balcani e trapiantata in Asia, mentre il suo messaggio oggi ha varcato ( quasi) ogni confine del mondo. Nei giorni scorsi a Skopje, capitale della Macedonia, sua città natale ( sebbene fosse di origine albanese), è stato inaugurato un museo dedicato a Madre Teresa di Calcutta, « la persona più importante che il nostro Paese abbia mai dato al mondo moderno » , come l’ha definita per l’occasione il ministro degli Esteri macedone, Antonio Milososki. Una costruzione dalla slanciata forma architettonica, il museo appena aperto, con una sorta di torre a vetrata che sormonta un basamento in granito, ricca di colori e con una singolare compenetrazione tra elementi europei e assaggi di gusto indiano.E una grande croce di ferro e vetro sulla facciata, memento di quel grido di Cristo sul patibolo del Golgota – « Ho sete » – che campeggia in tutte e le 719 case dell’ordine religioso ( ha anche un settore maschile e un ramo contemplativo) istituito dalla santa albanese- macedone nell’ottobre 1950. Oggi le Missionarie della Carità sono oltre 4.500, operano in oltre 130 Paesi del mondo, soprattutto nelle grandi metropoli, dalla New York dei grattacieli e delle disuguaglianze alla Baghdad martoriata dalla violenza della guerra e del terrorismo. A Skopje, città della fondatrice, cinque discepole di Teresa assistono i più poveri in una casa di periferia. Un primo passo, quello del museo, verso le celebrazioni che si terranno il prossimo agosto quando – precisamente il giorno 26 – si ricorderà un secolo dalla nascita di Agnes Gonxha Bojaxhiu, conosciuta in tutto il mondo per il suo sari bianco e l’infaticabile carità che portò agli onori del premio Nobel per la pace nel 1979. « Questo museo diventerà un tempio di spiritualità, di umanità e carità. Un simbolo di destino, speranza e amore, un memoriale che testimonia lo spirito della sua nobile personalità e del messaggio che lei ancor adesso manda al mondo » . Così il primo ministro della Macedonia, Nikola Gruevski, ha definito il Museo, nato grazie all’impegno dell’associazione Madre Teresa di Skopje, presieduta da Stojan Trencevski. Tale ente, contemporaneamente all’inaugurazione dell’esposizione permanente ( i promotori si augurano diventi pure un luogo turistico di richiamo internazionale), ha pubblicato un libro e un dvd dedicati alla missionaria della carità. Una produzione bilingue, in lingua locale e in inglese, contenente la biografia della beata di Calcutta, l’albero genealogico della famiglia Bojaxhin e un’analisi dei legami tra la suora degli ultimi e la sua città natale. L’inaugurazione del Museo – che contiene oggi personali di Madre Teresa e numerose sue fotografie – è stata una festa della convivenza tra religioni diverse: vi hanno partecipato il vescovo cattolico della capitale, monsignor Kiro Stajanov, il capo della comunità ortodossa in Macedonia, l’arcivescovo Stephan, i rappresentanti islamici e quelli delle varie etnie presenti nel Paese: turchi, bosniaci, rom, serbi, albanesi. Suor Nirmala Joshi, la superiora attuale delle Missionarie della Carità, ha donato al Museo un velo appartenente alla fondatrice: «Cari fratelli di Macedonia, vorrei ringraziarvi per aver dato Madre Teresa a noi e a tutto il mondo. Lei è stata un dono di Dio » , ha scritto nel messaggio inviato per l’evento. stata il vero amore di Dio, la sua persona e misericordia sono arrivati non solo alla gente di Calcutta e dell’India, ma a tutti i più poveri tra i poveri » , ha ricordato suor Nirmala, prima erede della beata. « Sono lieta che il Museo – ha aggiunto – sia costruito laddove sorgeva la chiesa del Sacro Cuore di Gesù». Un particolare non da poco, «È questo: già, perché il Museo è stato eretto esattamente dove svettava la chiesa in cui la giovane Agnese sentì per la prima volta la chiamata di Dio a dedicarsi alla vita religiosa. Entrata nell’ordine delle Suore di Loreto, Agnes venne inviata come insegnante in India: lì, nel 1949, in un viaggio in treno, sentì una nuova vocazione, quella di dedicarsi ad ascoltare il grido di Cristo nei più dimenticati e bisognosi tra i poveri. Ebbene: quella chiesa, in stile gotico, situata nel centro di Skopje, venne distrutta durante un terremoto nel 1963 e le autorità comuniste della Jugoslavia del tempo si guardarono bene – rigidi nella loro visione atea e anticristiana – di non ricostruirla. Ora sulle sue ceneri è sorto un Museo per la Madre della carità di Dio all’uomo.
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