sabato 23 aprile 2016
Le storie degli adolescenti che in questi giorni sono venuti a Roma per partecipare al Giubileo dei ragazzi: c'è chi vuole condividere un momento di gioia con gli amici, c'è chi vuole prepararsi alla professione di fede del prossimo anno: ma soprattutto una delle ragioni che più spesso viene citata è il desiderio di incontrare Papa Francesco. (Stefania Careddu)

 

La testimonianza dell'educatrice: «Sono qui per contagiare gli altri»

«Noi» a Roma per il Giubileo dei ragazzi
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Molti sorrisi e poche incertezze sul viso. Tra gli adolescenti che in questi giorni sono venuti a Roma per partecipare al Giubileo dei ragazzi c'è chi vuole condividere un momento di gioia con gli amici, c'è chi vuole prepararsi alla professione di fede del prossimo anno: ma soprattutto una delle ragioni che più spesso viene citata è il desiderio di incontrare Papa Francesco. E allora, oggi nella festa di San Giorgio, giorno del suo onomastico, è stato il Papa a fare un dono piuttosto che riceverlo. Francesco – a sorpresa – è sceso in piazza San Pietro a confessare, per oltre un'ora, 16 ragazzi, degli oltre 60mila giunti a Roma per il Giubileo a loro dedicato.​ Veronica Sala ha 14 anni, frequenta la terza media ed è arrivata a Roma da Veduggio, in provincia di Monza e Brianza. Nonostante la giovanissima età e una certa timidezza, ha le idee molto chiare. “Sono qui per continuare il mio cammino di fede e per prepararmi alla professione di fede che farò il prossimo anno”, spiega la ragazza quando le si chiede perché ha deciso di partecipare al Giubileo dei ragazzi. Per lei questa è dunque “una tappa” nel percorso di formazione e di crescita, che ha però dei colori particolari: “è la prima volta che vedo Roma e sono molto emozionata di vedere Papa Francesco”.

«Volevo vedere papa Francesco». Non usa giri di parole Giorgio Ripani di San Benedetto del Tronto quando gli si chiede come mai abbia deciso di partecipare al Giubileo dei ragazzi. Ha solo 11 anni, frequenta la prima media e non era mai stato a Roma. La trasferta ha dunque un sapore del tutto speciale, soprattutto perché condivisa con gli amici della parrocchia: «stare insieme è bello e ci si diverte di più», confida Giorgio. Che, ad un tratto, si fa serio: «sono qui per passare la Porta santa e anche per ricordarmi di essere cristiano».

«Un’esperienza diversa dal solito e certamente unica: non capita tutti i giorni di vivere un Giubileo con gli amici della propria parrocchia». Così Simone Franceschini, 15 anni di Molinetto di Mazzano, in provincia di Brescia, definisce la sua partecipazione all’incontro degli adolescenti con il Papa. «Stare con altri ragazzi è sempre qualcosa di forte, intenso, che mi aiuta a crescere», osserva Simone, studente del liceo scientifico, che si dice «contento di tornare a Roma, una bellissima città, e di poter vedere Papa Francesco, una figura importante che strappa una grande emozione».

«Un’occasione irripetibile: il Giubileo è un’opportunità bellissima perché Dio ci dà la possibilità di essere perdonati». Non nasconde né l’emozione né l’entusiasmo Antonino Italiano, quindicenne di Delianuova, in provincia di Reggio Calabria. Divisa da scout e sorriso raggiante, si è accostato al sacramento della confessione e, mentre ancora gli brillano gli occhi per «aver visto da vicino papa Francesco», aspetta di attraversare la Porta Santa della Basilica di San Pietro. Per lui infatti il Giubileo dei ragazzi è innanzitutto “la possibilità concreta per riconciliarmi con il Signore, in questo Anno della Misericordia”.

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