martedì 27 giugno 2017
Sosteranno per alcuni giorni al Santuario e nella Cattedrale di Bergamo. Lo ha annunciato il vescovo Beschi. La data individuata è quella del 3 giugno 2018, anniversario della morte di papa Roncalli
Papa Giovanni XXIII, le spoglie andranno a Sotto il Monte
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Da vivo o da morto tornerò nella mia terra» confidava negli ultimi anni papa Giovanni XXIII ai collaboratori più stretti. Ieri il vescovo di Bergamo, Francesco Beschi, visibilmente emozionato, ha annunciato che la volontà di Angelo Roncalli, canonizzato il 27 aprile 2014, sarà presto esaudita: nel 2018, probabilmente a giugno, le sue spoglie saranno traslate temporaneamente nel Santuario di Sotto il Monte, suo paese natale, dove rimarranno per qualche giorno. L’urna del santo, che oggi riposa nella Basilica di San Pietro, sarà accolta anche nella Cattedrale di Bergamo, prima di fare ritorno a Roma.

L’idea di «riportare a casa» papa Giovanni XXIII è partita proprio dai fedeli di Sotto il Monte. Il parroco, monsignor Claudio Dolcini, l’ha raccolta con entusiasmo e l’ha messa sul tavolo della diocesi. In marzo il vescovo ha scritto una richiesta formale a papa Francesco. Il Pontefice ha accolto «benevolmente» la domanda e nei giorni scorsi ha dato il via libera a un’operazione che si prospetta certamente complessa per le modalità di trasporto e di sicurezza, ma che rivestirà un grande significato religioso e sociale per Bergamo. «Con questo gesto il Papa ha voluto dare un riconoscimento alla grande devozione della nostra gente verso la figura di san Giovanni XXIII – ha spiegato Beschi in conferenza stampa –. In mezzo alle tante notizie sconfortanti di questi tempi, siamo riusciti a darne una positiva».



La data esatta non è stata ancora fissata, ma l’obiettivo è segnare sul calendario il 3 giugno 2018, giorno che coinciderà con il 55° anniversario della morte di Roncalli. Nel 2018 cadrà anche il 60° dell’elezione papale (avvenuta il 28 ottobre 1958) e il 55° dell’enciclica Pacem in terris. La diocesi celebrerà anche il mezzo secolo del Seminario vescovile, che è intitolato proprio a papa Giovanni XXIII. Fu lui stesso a volerlo e a sostenerlo: seguì personalmente le fasi della costruzione attraverso l’occhio fidato del cardinale bergamasco Gustavo Testa.

«Ringraziamo papa Francesco per questo gesto di amore paterno nei confronti della nostra diocesi di Bergamo – ha sottolineato Beschi –. È per noi una gioia grande e una grazia speciale. Pensare al santo papa Giovanni XXIII che torna nella sua terra, mi ha fatto ricordare quanto lui disse, pochi mesi dopo l’elezione a Pontefice, in un’udienza ad un gruppo di bergamaschi: “Vi esorto a progredire sempre nella bontà, nella virtù, nella generosità, affinché i bergamaschi siano sempre degni di Bergamo”. La sua presenza interpellerà la nostra Chiesa e la nostra società». Soprattutto riguardo a due temi, quanto mai attuali, di cui Roncalli si prese sempre cura: la pace nel mondo e il dialogo tra le religioni, ovvero due facce della stessa medaglia. «Speriamo che valorizzare la figura di papa Giovanni serva anche a creare le condizioni per fermare i conflitti». Il vescovo ha concluso evidenziando l’importanza che le radici bergamasche hanno giocato nella formazione del “Papa Buono”, favorendo in lui un’inclinazione «a guardare gli aspetti positivi, più che a quelli negativi e a considerare, nei rapporti con gli altri, ciò che unisce più che ciò che divide». Una dote «che determina la sua umanità e la sua spiritualità e diventa pazienza nelle difficoltà, sobrietà nell’uso delle cose, costanza e fiducia».

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