
Un sorriso non è mai inutile - ICP
Sembra un paradosso, ma a volte le cose davvero essenziali sono quelle che comunemente vengono considerate inutili. Prendiamo ad esempio un mazzolino di fiori, anche di poco valore, magari raccolto per gioco come le margheritine del prato sotto casa. Ai fini della buona riuscita di un pranzo di famiglia non serve a niente. Eppure, se non ci fosse la tavola sarebbe meno bella e quindi le persone meno invogliate a parlare, a dialogare. Vale lo stesso per i gesti gratuiti. Proviamo a pensarci: quando dobbiamo descrivere una persona piacevole, come la raccontiamo? Probabilmente diremo che è gentile, e che sorride spesso. Il buonumore, che è altro rispetto all’indifferenza e alla superficialità di chi non affronta i conflitti, rappresenta sempre un ottimo biglietto da visita. Con le persone allegre si sta più volentieri. E spesso un sorriso basta a stemperare le tensioni, a invogliare un amico timido ad aprirsi, a far dimenticare un’incomprensione. Il sorriso arricchisce chi lo riceve ma anche chi lo dona, perché alleggerisce il cuore e distende la pelle. E poi è talmente prezioso da non costare nulla. Nessuno è così ricco da poterne fare a meno, spiega il teologo britannico padre Frederick William Faber (1814-1863), né così povero da non poterlo regalare.
«Un sorriso non costa nulla e rende molto.
Arricchisce chi lo riceve,
senza impoverire chi lo dona.
Non dura che un istante
ma il suo ricordo è talora eterno.
Nessuno è così ricco da poterne fare a meno.
Nessuno è così povero da non poterlo dare.
Crea felicità in casa; è sostegno negli affari;
è segno sensibile dell'amicizia profonda.
Un sorriso dà riposo alla stanchezza;
nello scoraggiamento rinnova il coraggio;
nella tristezza è consolazione;
d'ogni pena è naturale rimedio.
Ma è bene che non si può comprare,
né prestare, né rubare,
poiché esso ha valore solo nell'istante in cui si dona.
E se poi incontrerete talora chi non vi dona l'atteso sorriso,
siate generosi e date il vostro;
perché nessuno ha tanto bisogno di sorriso
come chi non sa darlo ad altri».