sabato 19 dicembre 2020
Succede a D’Alise, morto a causa del Covid. «Lavoriamo insieme per il bene di tutti»
Pietro Lagnese è il nuovo vescovo di Caserta

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Pietro Lagnese è il nuovo vescovo di Caserta. Lo ha nominato papa Francesco. L’annuncio è stato dato dall’amministratore apostolico, Tommaso Caputo, arcivescovo prelato di Pompei, nella biblioteca del Seminario di Caserta sabato alle 12, in contemporanea con la Sala Stampa vaticana. E poi a Ischia, Chiesa che il presule guida dal sette anni. Per Lagnese, 59 anni, è un ritorno a casa, nel Casertano. È infatti originario di Vitulazio, un paesino che ricade nell’arcidiocesi di Capua.

«Il Papa ha reso breve il tempo della successione – ha spiegato Caputo leggendo la nomina – offrendo in tal modo un esplicito omaggio all’opera del compianto monsignor Giovanni D’Alise, prematuramente scomparso il 4 ottobre scorso» a causa del Covid. «Il nostro territorio ha tante potenzialità – scrive Lagnese ai casertani nel suo primo messaggio –: la terra, l’arte, ma anche la capacità tutta nostra di accogliere, adattarci e lavorare sodo, ma stenta a decollare. Lavoriamo perciò tutti insieme per il bene delle donne e degli uomini che fanno i conti con tante ferite e contraddizioni». La lettera, in cui ricorda l’impegno di D’Alise, è un messaggio di speranza in cui si rimarca l’attenzione alle criticità sociali. «Penso alla piaga di una povertà che cresce, specie in questo tempo – sottolinea il vescovo eletto –, alla mancanza del lavoro che, pure quando c’è, non è né libero, né partecipativo, né solidale; penso al disagio giovanile e a una diffusa illegalità che sovente sfocia in vere forme di ingiustizia sociale e di violenza; ma penso pure alla piaga dell’inquinamento ambientale e a quella cultura dell’indifferenza che diventa rifiuto dello straniero e del diverso». Quindi fa sapere: «Vengo con la consapevolezza di non essere solo. E chiedo anche a voi, fin da ora, di accogliermi così: sono un povero; non guardate perciò alla mia persona, ma a Colui che io sarò chiamato a rendere presente in mezzo a voi. Sono certo che lo farà innanzitutto la gente semplice, semplice ma ricca di fede: piccoli, nonni, anziani, malati, e tanti altri; quanti nella propria carne portano i segni di una disabilità e, con cristiana sopportazione, fanno l’esperienza della croce».

Lagnese, che ha compiuto gli studi nel Seminario arcivescovile di Napoli “Ascalesi” e nella Pontificia Facoltà teologica dell’Italia meridionale, sezione San Tommaso d’Aquino, dove ha conseguito la licenza in teologia, è prete dal 1° maggio 1986. Parroco per 26 anni, è stato segretario del Sinodo diocesano, padre spirituale in Seminario, responsabile regionale della pastorale della famiglia. È vescovo dal 2013 quando ha iniziato il suo ministero episcopale a Ischia. E all’interno della Conferenza episcopale campana è delegato per il settore giustizia e pace.

Commozione nell’isola che saluta l’amato pastore. «Quando presi il largo per venire qui – dice Lagnese alla diocesi che lascia – dissi al Signore le parole che la Chiesa ci mette sulle labbra ogni sera a Compieta: “Signore, nelle tue mani affido il mio spirito”. E ora, mentre lascio l’isola non senza commozione e dolore, per il tempo ricco di grazia che qui ho vissuto e per le tante persone belle che ho conosciuto e dalle quali ho ricevuto più di quanto io abbia dato loro, posso dire che il Signore l’ha fatto: ha ascoltato la mia preghiera. Anche nei momenti più difficili, Egli si è mostrato a me vicino». Infine un appello all’unità per Ischia, «terra dalla tante risorse, a volte poco valorizzate». «Lavorate non divisi; perché divisi non si va da nessuna parte».

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