mercoledì 15 febbraio 2023
Nato in Piemonte, 57 anni, subentra a monsignor Cesare Pasini. Decano dell’Università pontificia salesiana a Roma, ne è stato rettore per due mandati dal 2015 al 2021
Don mauro Mantovani

Don mauro Mantovani - Agenzia Romano Siciliani

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Don Mauro Mantovani è il nuovo prefetto della Biblioteca apostolica vaticana, incarico nel quale subentra all’ambrosiano monsignor Cesare Pasini, classe 1950. Decano della Facoltà di filosofia presso l’Università pontificia salesiana (Ups) a Roma, già rettore magnifico dello stesso Ateneo, Mantovani è nato il 3 gennaio 1966 a Moncalieri (Italia), ha svolto il noviziato presso la casa salesiana “Monteoliveto” di Pinerolo e ha emesso i primi voti nella Società salesiana di san Giovanni Bosco l’8 settembre 1986; ha emesso i voti perpetui a Castelnuovo Don Bosco il 27 settembre 1992 ed è stato ordinato presbitero il 12 settembre 1994 a Torino.

Come ricorda il profilo biografico pubblicato dall’Ans (Agenzia info salesiana), ha compiuto studi di filosofia e di teologia presso l’Università di Roma Tor Vergata (laurea in filosofia, 1995), l’Università pontificia salesiana (baccalaureato e licenza in filosofia; baccalaureato in teologia presso la sezione di Torino, e licenza in teologia dogmatica); l’“Universidad Pontificia de Salamanca”, in Spagna (dottorato in filosofia e lettere, 2006) e la Pontificia Università San Tommaso d’Aquino – “Angelicum” a Roma (dottorato in teologia tomistica, 2011).

Dal 2007 è professore ordinario all’Università pontificia salesiana (Ups) a Roma, con ricerche e pubblicazioni riguardanti la teologia filosofica, la filosofia della storia, la propedeutica filosofica e vari temi di confine tra teologia, filosofia e scienza. In modo particolare si occupa di tomismo e della tradizione commentaristica alla Summa Theologiae (specie la q. 2 della I Pars) di Tommaso d’Aquino negli autori della “Seconda Scolastica” e della cosiddetta “Scuola di Salamanca”.

Presso l’Ups ha ricoperto i seguenti incarichi: decano della Facoltà di filosofia; decano della Facoltà di scienze della comunicazione Sociale; vicerettore e poi rettore magnifico per duemandati (2015-2018 e 2018-2021).

Nel 2016 è stato nominato presidente della Conferenza dei rettori delle Università pontificie romane (Crupr) ed attualmente è membro della Pontificia Accademia di San Tommaso d’Aquino e del Comitato scientifico dell’Agenzia della Santa Sede per la valutazione e la promozione della qualità delle università e facoltà ecclesiastiche.

Sede di una raccolta di testi manoscritti e librari tra i più importati al mondo, l’itinerario percorso dalla Biblioteca apostolica vaticana è lungo ed articolato. L’inizio della sua storia moderna va fissato alla metà del 1400. Fu infatti Niccolò V (1447-1455) a decidere che i codici latini, greci ed ebraici, incrementati durante il suo pontificato dai 350 trovati ai circa 1.200 presenti al momento della sua morte (24 marzo 1455), fossero aperti alla consultazione e alla lettura degli eruditi.

Tale progetto fu completato e realizzato da Sisto IV (1471-1484), con una bolla (Ad decorem militantis Ecclesiae, 15 giugno 1475), la nomina di un bibliotecario (Bartolomeo Platina) e il sostegno economico necessario. La sede si collocava al pianterreno di un edificio già ristrutturato da Niccolò V, con ingresso dal cortile detto dei Pappagalli e prospetto sul cortile del Belvedere. Nel XVI secolo la raccolta bibliotecaria continuò ad allargarsi anche per l’avvento dei libri a stampa. Fu poi con Gregorio XIII (1572-1585) che si cominciò a separare il materiale archivistico che sotto Paolo V (1605-1621) andò a costituire un nuovo organismo: l’Archivio segreto vaticano.

Tra il 1587 e il 1589 – ricorda una nota ufficiale – , quando ormai la sede iniziale non riusciva più a contenere il materiale , Sisto V (1585-1590) decise di far costruire una nuova sede per la Biblioteca e incaricò l’architetto Domenico Fontana del progetto. L’edificio, l’attuale sede, sorse sulle scalee divisorie che collegavano il Cortile del Belvedere a quello detto ora della Biblioteca.

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