
Una immagine che ritrae la statua di Santa Restituta - Dal web
Isola d’Ischia in festa oggi nella solennità di santa Restituta vergine e martire, patrona della diocesi campana.
Il vescovo Carlo Villano, dopo aver presenziato nella serata di venerdì alla tradizionale rievocazione del martirio della santa, vissuta in Tunisia tra il III e IV secolo, ha presieduto questa mattina la Messa solenne concelebrata dai sacerdoti diocesani a Lacco Ameno, nel Santuario dedicato alla martire africana a cui l’isola è tanto devota e legata.
«Il sangue dei martiri diventa seme di nuovi cristiani e diventa linfa per l’unità di tutta la Chiesa: queste parole dei padri della Chiesa esprimono bene il senso della Celebrazione che stiamo vivendo in onore di Santa Restituta, nostra patrona. Ce lo ricorda oggi anche l’apostolo Pietro - ha spiegato il vescovo di Ischia e Pozzuoli - nella sua prima lettera: “se uno soffre come cristiano, non ne arrossisca; per questo nome, anzi, dia gloria a Dio». E ha osservato ancora: «L’esempio ed il sangue di Restituta oggi sono un invito forte a vivere una fede che deve tradursi in testimonianza del Vangelo: siamo chiamati a prendere sul serio la nostra vita cristiana, con senso di responsabilità, perché la fede, oggi giunta fino a noi, ci è stata tramandata anche a costo del sangue e della stessa vita». Una santa a giudizio del presule che parla al mondo contemporaneo. «Il sangue di Restituta allora – ha proseguito Villano - ci aiuti a gridare con gioia la fede che ci è stata tramandata e che anche al giorno d’oggi è motivo di martirio e di testimonianza per tanti che in diverse parti del mondo non possono viverla pienamente e liberamente a differenza di quanto avviene per noi. Chi decide di mettere a morte anche oggi i cristiani pensa di mettere a tacere la voce di Cristo, chi decise di mettere a morte Restituta pensava di spegnere la sua voce e quella del Vangelo, ma in realtà non ha fatto altro che moltiplicarla perché “quando il seme muore produce molto frutto” ed i frutti del martirio di Restituta sono giunti fino a noi.
Cari fratelli della Chiesa di Ischia,- ha concluso il presule - prendiamo coscienza di avere una grande responsabilità, quella del sangue versato da Restituta che per noi è un invito ad essere testimoni di vita, di Vangelo e di Chiesa».