mercoledì 9 maggio 2012
​Voluta dall'arcivescovo Sako per ricordare i 937 cristiani che hanno perso la vita in modo violento in tutto l'Iraq dal 2003, 37 dei quali uccisi a Kirkuk. La cappella, attigua all'arcivescovado, può ospitare fino a 70 persone.
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Vuole ricordare i 937 cristiani che hanno perso la vita in modo violento in tutto l'Iraq dal 2003, 37 dei quali uccisi a Kirkuk, la Chiesa dei martiri, voluta da monsignor Louis Sako, arcivescovo caldeo della città, importante centro petrolifero situato a nord del Paese a circa 280 km dalla capitale Baghdad.La cappella, attigua all'arcivescovado, può ospitare fino a 70 persone e servirà per la celebrazione della Messa quotidiana e per gruppi di preghiera e contemplazione.Alla fine di aprile, riferisce il Servizio Informazione Religiosa, il presule caldeo aveva organizzato e presieduto un incontro tra tutte le componenti etniche di Kirkuk per "costruire ponti per la pace". L'incontro, appoggiato dall'amministrazione cittadina, aveva avuto tra i risultati quello della formazione di un comitato che riunisce i rappresentanti delle diverse etnie rappresentate sul territorio: cristiani, curdi, arabi e turcomanni.
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