“L’educazione non può essere neutra: o arricchisce o impoverisce”. Partendo da questa dichiarazione di Papa Francesco, la Presidenza della Cei invita le famiglie italiane ad avvalersi anche per il prossimo anno scolastico dell’insegnamento della religione cattolica: “La società italiana è sempre più plurale e multiforme, ma la storia da cui veniamo è un dato immodificabile”. Partecipare “non è una dichiarazione di appartenenza religiosa, né pretende di condizionare la coscienza di alcuno”.
Messaggio della Presidenza della Conferenza Episcopale
Italiana
in vista della scelta di avvalersi dell’insegnamento
della religione cattolica nell’anno scolastico 2015-2016
Cari studenti e cari genitori,in occasione dell’iscrizione al prossimo anno scolastico, sarete
invitati anche a scegliere se avvalervi o non avvalervi dell’insegnamento della
religione cattolica.
Anche se ormai questa procedura è divenuta abituale, vogliamo invitarvi
a riflettere sull’importanza di questa decisione che consente di mantenere o di
escludere una parte significativa del curricolo di studio.
Dovrebbe essere ormai chiaro a tutti che questa scelta non è una
dichiarazione di appartenenza religiosa, né pretende di condizionare la
coscienza di qualcuno, ma esprime solo la richiesta alla scuola di voler essere
istruiti anche sui contenuti della religione cattolica che costituisce una
chiave di lettura fondamentale della realtà in cui noi tutti oggi viviamo.
Il mondo si sta trasformando sempre più velocemente, i conflitti e le
contrapposizioni diventano sempre più drammatici e anche la società italiana è
diventata sempre più plurale e multiforme, ma la storia da cui veniamo è un
dato immodificabile e le tracce che in essa ha lasciato e continua ad offrire
la Chiesa costituiscono un contributo evidente ed efficace per la crescita
della società di tutti.
Papa Francesco, incontrando tantissimi di noi lo scorso 10 maggio 2014,
ci ha ricordato quanto sia importante non solo andare a scuola, ma anche amare
la scuola in tutte le sue ricchezze e potenzialità: «Io amo la
scuola perché ci educa al vero, al bene e al bello. Vanno insieme tutti e tre.
L’educazione non può essere neutra. O è positiva o è negativa; o arricchisce o
impoverisce; o fa crescere la persona o la deprime, persino può corromperla… La
missione della scuola è di sviluppare il senso del vero, il senso del bene e il
senso del bello. E questo avviene attraverso un cammino ricco, fatto di tanti
“ingredienti”. Ecco perché ci sono tante discipline! Perché lo sviluppo è
frutto di diversi elementi che agiscono insieme e stimolano l’intelligenza, la
coscienza, l’affettività, il corpo, eccetera. Per esempio, se studio questa
Piazza, Piazza San Pietro, apprendo cose di architettura, di storia, di
religione, anche di astronomia – l’obelisco richiama il sole, ma pochi sanno
che questa piazza è anche una grande meridiana. In questo modo coltiviamo in
noi il vero, il bene e il bello; e impariamo che queste tre dimensioni non sono
mai separate, ma sempre intrecciate».
Proprio a partire da questo stimolo a imparare e coltivare il vero, il
bene e il bello, noi Vescovi delle diocesi italiane vi invitiamo a compiere la
scelta di avvalervi dell’IRC non solo perché consapevoli dell’importanza e del
valore educativo di questa disciplina scolastica, ma anche e soprattutto sulla
base di una reale conoscenza dei contenuti specifici di questa materia su cui
siete chiamati a pronunciarvi, riferendovi in concreto alle Indicazioni didattiche
proprie dell’IRC.
Se vorrete avvalervi dell’opportunità offerta dall’insegnamento della
religione cattolica, sappiate inoltre che potrete trovare negli insegnanti
delle persone professionalmente molto qualificate, ma anche testimoni
credibili, capaci di cogliere gli interrogativi più sinceri di ogni persona,
accompagnando ciascuno nel suo personale ed autonomo percorso di crescita.
Ci auguriamo
che possiate continuare ad incontrarvi ancora numerosi nelle classi, così da
poter iniziare o continuare tra voi e con i vostri docenti un proficuo dialogo
educativo.
Roma, 9 gennaio 2015
La Presidenza della Conferenza
Episcopale Italiana