martedì 22 febbraio 2022
Si apre il doppio "G30" ecclesiale e civile che riunirà trenta Paesi. In agenda anche la crisi in Ucraina. L'inizio con la prolusione del presidente della Cei e l'intervento del premier
Il convento di Santa Maria Novella a Firenze dove si terrà l'incontro dei vescovi del Mediterraneo

Il convento di Santa Maria Novella a Firenze dove si terrà l'incontro dei vescovi del Mediterraneo - Avvenire

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Quando mercoledì pomeriggio i vescovi del Mediterraneo entreranno in quello che era il convento domenicano di Santa Maria Novella e arriveranno nel chiostro verde si troveranno davanti non solo il totem della Cei che dà loro il benvenuto a Firenze ma anche gli affreschi di Paolo Uccello con le Storie della Genesi dipinte nel Quattrocento “a sugo d’erbe”. Poi si immergeranno nel chiostro grande dove le mura raccontano con i suoi colori le Storie di Cristo, la vita di san Domenico e dei santi domenicani. E basterà alzare lo sguardo per vedere il campanile della Basilica che accoglie l’arte di Giotto, Masaccio o Brunelleschi. La «bellezza teologale» di Firenze, come la definiva il sindaco “santo” Giorgio La Pira, accompagnerà i cinquantotto fra cardinali, patriarchi e presuli in arrivo dai Paesi del bacino per il secondo Incontro dei vescovi del Mediterraneo che inizia in queste ore e che segue l’evento del 2020 a Bari quando per la prima volta nella storia si erano ritrovati insieme i pastori delle nazioni affacciate sul grande mare. Dalla Puglia il forum in terra toscana mutua il titolo: “Mediterraneo frontiera di pace”.


Ma lungo l’Arno accanto ai vescovi ci saranno anche i sindaci dell’intera area – 65 in tutto – invitati dal primo cittadino Dario Nardella. Trenta i Paesi legati al Mediterraneo che saranno rappresentati. E tre i continenti che si abbracceranno all'ombra della cupola di Brunelleschi: Europa, Asia e Africa. Due forum che diventano un unico “G30” ecclesiale e civile ispirato alla profezia di pace fra i popoli di La Pira. Perché identico è l’obiettivo: cementare la cultura dell’incontro oltre le lacerazioni e le tensioni a partire dal basso, ossia dalle città che saranno protagoniste. E poi perché, anche se nella prima fase i due summit correranno paralleli, sabato vescovi e sindaci si ritroveranno insieme nel salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio per elaborare una sorta di “Carta delle nazioni” del Mediterraneo che il giorno successivo verrà consegnata a papa Francesco durante la sua visita a Firenze.

L'aula nel convento di Santa Maria Novella a Firenze per i lavori dell'incontro dei vescovi del Mediterraneo

L'aula nel convento di Santa Maria Novella a Firenze per i lavori dell'incontro dei vescovi del Mediterraneo - Avvenire

Fra i primi vescovi sbarcati ieri sera in quella che la stampa locale ha ribattezzato la «capitale della pace» il vicario apostolico di Beirut in Libano, Cesar Essayan, e il vicario apostolico dell’Anatolia, Paolo Bizzeti, giunto dalla Turchia. All’incontro era atteso anche l’arcivescovo maggiore della Chiesa greco cattolica ucraina, Sviatoslav Shevchuk, ma la chiusura dello spazio aereo sopra Kiev ne ha bloccato la partenza. Lo aveva invitato il cardinale Bassetti seguendo la visione di La Pira di un’Europa che va dall’Atlantico agli Urali e convinto che la crisi con la Russia non potesse essere lasciata sullo sfondo. L’annessione del Donbass annunciata da Mosca entrerà nelle discussioni. E sarà uno dei temi presenti già durante l’apertura dei lavori. A tenere la prolusione alle 15.30 il presidente della Cei. Interverrà anche il premier Mario Draghi, in visita alla città, e porterà il suo saluto il sindaco Nardella. Giovedì e venerdì proseguirà il dialogo fra i vescovi, mentre la Conferenza dei sindaci avrà il suo momento centrale venerdì a Palazzo Vecchio quando gli amministratori delle città si confronteranno su quattro temi: migrazioni, ambiente, sicurezza sanitaria e cultura. Sabato l’incontro congiunto e nel pomeriggio la firma della dichiarazione comune al Teatro del Maggio musicale durante la tavola rotonda pubblica.


Sul doppio meeting sarà papa Francesco a porre il suo sigillo. La Sala Stampa vaticana ha diffuso il programma ufficiale di domenica: quattro ore e mezzo in tutto. Alle 8.30 il Pontefice sarà a Palazzo Vecchio per incontrare vescovi e sindaci. Sono previsti i saluti di quattro primi cittadini (Firenze, Atene, Gerusalemme e Istanbul) e del cardinale Bassetti, poi il suo discorso. Al termine abbraccerà un gruppo di famiglie di profughi e rifugiati. Poi si trasferirà in auto nella Basilica di Santa Croce dove sarà accolto dai frati minori, custodi della chiesa, e dove incontrerà in forma privata il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, presente a Firenze. Alle 10.30 la Messa nella Basilica in cui troveranno posto venticinque realtà fiorentine di assistenza degli ultimi e dei più fragili, mentre la piazza ospiterà le delegazioni di parrocchie e associazioni: meno di 1.500 persone, a causa delle misure anti-Covid. E sulla piazza Francesco si affaccerà per recitare l’Angelus dove ascolterà anche le parole di ringraziamento del cardinale arcivescovo di Firenze, Giuseppe Betori. La partenza per il rientro in Vaticano è prevista alle 12.30.

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