mercoledì 14 settembre 2011
Si è svolto stamattina l'incontro fra i vertici della Congregazione per la Dottrina della Fede guidata dal cardinale William Levada e i superiori della Fraternità Sacerdotale di San Pio X, guidati da mons. Bernard Fellay (nella foto). Alla comunità tradizionalista potrebbe essere concessa una prelatura personale, previo l'assenso a un documento dottrinale.
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Si è svolto questa mattina l'incontro fra i vertici della Congregazione per la Dottrina della Fede guidata dal cardinale William Levada e i superiori della Fraternità Sacerdotale di San Pio X, il gruppo tradizionalista dei cosiddetti lefebvriani. I colloqui di oggi sono il punto di arrivo di un lungo negoziato fra le due parti aperto con la revoca della scomunica da parte del Papa ai quattro vescovi lefebvriani. Oggetto della trattativa, la possibile riconciliazione della Fraternità fondata da monsignor Marcel Lefebvre con la Chiesa di Roma. Questa mattina, la Congregazione per la dottrina della fede ha proposto a monsignor Bernad Fellay, superiore dei lefebvriani, sia un preambolo dottrinale che dovrà essere accettato, che una possibile soluzione canonica per "l'eventuale riconciliazione". Questo secondo aspetto, ha precisato la Sala stampa della Santa Sede, si concretizzerebbe in una prelatura personale, sul modello di quella dell'Opus Dei.Un comunicato della Sala stampa vaticana precisa alcuni aspetti della trattativa in corso e le conclusioni raggiunte oggi. Dal 2008, si spiega, "una commissione mista di studio, composta da esperti della Fraternità Sacerdotale San Pio X e da esperti della Congregazione per la Dottrina della Fede, si è riunita in otto incontri, che si sono svolti a Roma tra il mese di ottobre 2009 e il mese di aprile 2011"."Questi colloqui - prosegue il testo - che avevano l'obiettivo di esporre e approfondire le difficoltà dottrinali essenziali sui temi controversi, hanno raggiunto lo scopo di chiarire le rispettive posizioni e relative motivazioni". "Anche tenendo conto delle preoccupazioni e delle istanze presentate dalla Fraternità Sacerdotale San Pio X - si afferma ancora - in ordine alla custodia dell'integrità della fede cattolica di fronte all'ermeneutica della rottura del Concilio Vaticano II rispetto alla Tradizione, di cui ha fatto menzione Papa Benedetto XVI nel Discorso alla Curia Romana (22-XII-2005), la Congregazione per la Dottrina della Fede ritiene come base fondamentale per il conseguimento della piena riconciliazione con la Sede Apostolica l'accettazione del testo del Preambolo Dottrinale che è stato consegnato durante l'incontro del 14 settembre 2011. Il Preambolo enuncia alcuni principi dottrinali e criteri di interpretazione della dottrina cattolica, necessari per garantire la fedeltà al Magistero della Chiesa e il sentire cum Ecclesia, lasciando nel medesimo tempo alla legittima discussione lo studio e la spiegazione teologica di singole espressioni o formulazioni presenti nei documenti del Concilio Vaticano II e del Magistero successivo"."Nella stessa riunione - si afferma ancora - sono stati proposti alcuni elementi di una soluzione canonica per la Fraternità sacerdotale San Pio X a seguito dell'eventuale e auspicata riconciliazione".PADRE LOMBARDI: NON C'È ULTIMATUM"L'incontro di oggi alla Congregazionedella Dottrina della Fede è durato circa 2 ore e mezzo, in un clima cordiale di corretta conversazione". Lo ha detto il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, sottolineando che il testo consegnato dal cardinale William Joseph Levada alla delegazione della Fraternità San Pio X, e segnatamente al superiore generale monsignor Bernard Fellay, costituisce "una base imprescindibile" per arrivare alla piena comunione e alla sua formulazione canonica, che per la Santa Sede rappresenta "un'eventuale e auspicata soluzione". Ma, ha aggiunto il religioso, "non c'è una scadenza ultimativa, anche se ci si aspetta una risposta in tempi ragionevolmente brevi, pochi mesi e non anni". Quanto alla condizione che da parte dei lefebvriani sia accettato il Concilio Vaticano II, padre Lombardi ha detto che resta per la Fraternità la possibilità di "una legittima discussione" su alcuni passaggi dei documenti, nel senso cioè che "ci sono punti vincolanti" che non possono essere messi in discussione e altri meno essenziali. "Un passo - ha concluso Lombardi - è stato fatto quest'oggi ed è un passo importante di questo processo".  
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