
La stanza del Museo diocesano di Imola con la copia della Porta Santa - .
Nell’ambito delle iniziative diocesane per il Giubileo 2025, il Museo diocesano di Imola ha organizzato per oggi una conferenza e una visita guidata di Luigi Enzo Mattei alla bronzea Porta Santa della Basilica papale di Santa Maria Maggiore in Roma, da lui realizzata. Spiega il responsabile del Museo, Marco Violi: «Infatti, il modello della Porta Santa di Santa Maria Maggiore, costruito a grandezza naturale (395 × 240 × 40 cm) in legno e terracotta, per volontà dell’artista dal 2006 è custodito nel nostro Museo diocesano». In questa occasione sarà lo stesso Mattei a tenere, alle 16.30, la conferenza “Ianua Coeli” sulla porta da lui realizzata, concentrandosi sul significato iconografico dei vari pannelli che compongono l’opera rispetto al tema del Giubileo, accompagnando poi i visitatori, alle 17.30, a osservarla da vicino. Aggiunge Marco Violi: «Sono anche altre le motivazioni dell’iniziativa e i collegamenti fra Imola e Santa Maria Maggiore a Roma. Intanto anche la bellezza è una porta di speranza. Poi il tema mariano è comune, perché la patrona della nostra diocesi è la Madonna del Piratello e nella Porta Santa della Basilica romana della Salus populi romani l’artista Mattei raffigura due immagini simboliche, la Madonna da un lato e Gesù Cristo dall’altro, per dire: la salvezza viene dal Figlio attraverso la Madre che è “Porta del cielo” (Ianua Coeli), con i titoli rivolti alla Vergine, “Mater Dei e Mater Ecclesiae”, che il 1° gennaio la Chiesa cattolica venera come Maria Santissima Madre di Dio».
Santa Maria Maggiore, terza Basilica papale dopo San Pietro e San Giovanni in Laterano, è il più antico e importante Santuario mariano dell’Occidente e lì la Porta Santa è stata aperta dal cardinal Rolandas Makrickas, arciprete coadiutore della Basilica stessa. Commenta il vescovo di Imola, Giovanni Mosciatti: «Con l’apertura delle Porte Sante a Roma e con la celebrazione nella nostra Cattedrale, abbiamo iniziato il Giubileo, il grande dono la notte di Natale, quando quel bambino, l’Emmanuele, è Dio-con-noi, un occasione in cui Dio dice a ciascuno: c’è speranza anche per te. C’è speranza per ognuno di noi, la speranza non è morta, la speranza è viva, e avvolge la nostra vita per sempre. La speranza non delude».
Spiega ancora Mosciatti: «Per accogliere il dono della speranza, siamo chiamati a metterci in cammino, in pellegrinaggio, un elemento fondamentale di ogni evento giubilare. Mettersi in cammino è tipico di chi va alla ricerca del senso della vita. A noi discepoli del Signore, infatti, è chiesto di ritrovare in Lui la nostra speranza più grande, per poi portarla senza ritardi, come pellegrini di luce nelle tenebre del mondo. Là dove la vita è ferita, nelle attese tradite, nei sogni infranti, nei fallimenti che frantumano il cuore; nella stanchezza di chi non ce la fa più, nella solitudine amara di chi si sente sconfitto, nella sofferenza che scava l’anima. Portare speranza lì, seminare speranza lì. Come di speranza ci parlano le Porte Sante a Roma». L’artista Mattei, scultore della Fabbrica di San Petronio in Bologna, oltre alla Porta Santa di Santa Maria Maggiore, è autore del Corpo dell’Uomo della Sindone al Museo della Sindone di Torino.