venerdì 6 agosto 2021
Un pellegrinaggio sul fiume lungo il Cammino di San Marco. Un gruppo di giovani con il pastore di Alessandria per tredici giorni nella natura. Viaggiando con la parola dell'evangelista
In piedi sul suo sup il vescovo di Alessandria Guido Gallese

In piedi sul suo sup il vescovo di Alessandria Guido Gallese - La Voce Alessandrina

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Dal Tanaro al Po fino a Venezia per tredici giorni di navigazione assieme, leggendo e meditando ogni giorno il Vangelo di Marco e percorrendo a bordo di quattro canoe canadesi, un kayak e due sup (una specie di tavole da surf gonfiabili che si guidano rigorosamente in piedi) così oltre 400 chilometri per sperimentare come antichi pellegrini il senso di un percorso spirituale per andare all’essenziale delle cose.
È l’avventura intrapresa in questi giorni da 15 persone (in maggioranza ragazzi tra i 19 e 20 anni), e tutti rigorosamente “Covid tested”. A guidare, per la seconda volta, – la prima in era pre-covid si era svolta nel 2019 – il pellegrinaggio dal titolo emblematico e suggestivo “Il Cammino di San Marco”, è stato il vescovo di Alessandria, di origini liguri, Guido Gallese.
Il 19 luglio scorso da Alessandria è iniziato il tour spirituale che si è concluso, il 31 luglio a Venezia presso la tomba di San Marco. Sono stati 458 i chilometri percorsi via acqua e via terra da questo gruppo di pellegrini. A comporre questa particolare comitiva di canoisti c’era anche un docente universitario di Filosofia alla Cattolica di Milano il 36enne Antonio Lizzadri e un ragazzo 25enne non vedente, di professione fisioterapista Simone Pasquini e alcuni seminaristi. Tanti i luoghi e le Regioni toccate: Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto.

Le tappe del viaggio

Un itinerario che ha permesso a questi moderni viandanti – “homines viatores” – di lambire molte diocesi come Vigevano, Lodi, Piacenza-Bobbio, Fidenza, Cremona, Mantova, Adria-Rovigo e Chioggia. Con tappa finale – via gommone e poi a piedi – Venezia. «Rispetto all’edizione del 2019 – racconta il vescovo di Alessandria Guido Gallese – abbiamo cercato ancora di più di privilegiare il rapporto con il fiume. Non è un caso che il tratto a piedi del nostro percorso sia stato molto ridotto proprio per intraprendere questo Cammino quasi tutto in “barca”».
A rendere ogni giorno speciale questa “avventura” sono stati i momenti di condivisione, l’ospitalità casuale di tante persone incontrate, la recita delle lodi e dei vespri assieme. Come la celebrazione quotidiana dell’Eucaristia durante tutte le tappe del viaggio che ha toccato luoghi presenti e spesso immaginati nei racconti di “Mondo Piccolo” di Giovannino Guareschi ( basti pensare alle saghe di don Camillo e Peppone) o a quelli immortalati da Riccardo Bacchelli ne “Il Mulino del Po”. Ad accompagnare questa singolare comitiva c’è stata la natura e ovviamente le inseparabili zanzare. Un percorso lungo il “grande fiume” che ha avuto come tappa finale il mare aperto di Chioggia con la laguna veneta.

L'arrivo a Venezia

«Da lì abbiamo preferito per prudenza muoverci con altri mezzi – spiega monsignor Gallese –. E carico di significato per noi, il 30 luglio scorso, è stato l’incontro con il patriarca di Venezia Francesco Moraglia. Sulla tomba dove riposa il corpo dell’evangelista Marco abbiamo sostato in preghiera. Lì nella Basilica abbiamo letto assieme gli ultimi due capitoli del Vangelo di Marco». E così sostando ai piedi della tomba dell’apostolo sono stati raccolti altri frutti spirituali. «Credo che tutti noi – è l’argomentazione del presule di origini genovesi, classe 1962 – dopo aver meditato sul suo Vangelo abbiamo compreso quanto Marco sia stato presente nelle nostre vite in questi tredici giorni di cammino». Una proposta quella indicata da Gallese che, a suo giudizio, ha simboleggiato anche «per i seminaristi della nostra diocesi un’esperienza di comunità e di fatica».

Un viaggio capace di cambiare

Da quasi nove anni (era il 25 novembre 2012) Gallese è alla guida della diocesi piemontese. «Pur essendo ligure, forse per la nostalgia del mare – dice ridendo – ho imparato sul Tanaro a usare il sup....».
Un itinerario quello di questi afosi giorni d’estate che ha permesso di riprendere contatto con persone, già incontrare nel 2019. «Mi ha impressionato toccare con mano l’accoglienza squisita di tante persone che ci hanno offerto da mangiare e si sono preoccupati del nostro stato di salute. Come mi ha fatto piacere che nel Polesine rivedere due signori di Mazzorno Sinistro, Pasquale e Agnese. Come nel 2019 ora nel 2021 hanno voluto che sostassimo con loro e che fossimo loro ospiti nella loro cascina nel Polesine». A questo gesto di agape fraterna monsignor Gallese aggiunge un suo augurio personale. «Il mio auspicio è ovviamente quello di poter replicare anche prossimamente, magari nel 2022, questo tipo di esperienza – è la riflessione finale – perché grazie a queste iniziative ho visto tante persone cambiare, convertirsi. Un esempio? Due ragazzi venuti con noi da agnostici sono diventati credenti. Il “Cammino di San Marco” credo che sia soprattutto un prova quasi di prima evangelizzazione che in fondo ti “spoglia” di tutto, ti allontana dalle comodità di ogni giorno. Il segreto di questo pellegrinaggio? Aiutarti a guardare all’essenziale e così a nutrirti solo della Verità del Vangelo».

Le foto si possono consultare sulla pagina del Cammino di San Marco su Instragram e Facebook.


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