giovedì 2 novembre 2023
Francesco approvai nuovi statuti della Pontificia Accademia di Teologia
Studenti della Pontificia Università Gregoriana

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«A una Chiesa sinodale, missionaria ed “in uscita” non può che corrispondere una teologia “in uscita”». Francesco torna su un topos del suo pontificato nella sua ultima lettera apostolica in forma di motu proprio, Ad theologiam promovendam, firmata e diffusa ieri, Solennità di Tutti i Santi. Scopo del dpocumento è l’approvazione dei nuovi statuti di una delle undici accademie pontificie, la Pontificia Accedemia di Teologia (Path l’acronimo latino). Si tratta di una istituzione dalla storia illustre – «sorta agli inizi del XVIII secolo sotto gli auspici di Clemente XI, mio Predecessore, e da lui istituita canonicamente col breve Inscrutabili il 23 aprile 1718» ricorda puntalmente il Pontefice – che ha vissuto nel corso di tre secoli numerosi cambiamenti, l’ultimo dei quali risaliva al 28 gennaio 1999, con la riforma degli statuti voluta da san Giovanni Paolo II.

«Dopo quasi cinque lustri è giunto il momento di revisionare queste norme, per renderle più adatte alla missione che il nostro tempo impone alla teologia» spiega sempre Francesco, che per rendere più chiaro il concetto cita un passo della lettera che lui stesso scrisse nel 2015 al Gran Cancelliere dell’Università Cattolica di Argentina: «Non accontentatevi di una teologia da tavolino. Il vostro luogo di riflessione siano le frontiere. […] Anche i buoni teologi, come i buoni pastori, odorano di popolo e di strada e, con la loro riflessione, versano olio e vino sulle ferite degli uomini». Ovvero, «L’apertura al mondo, all’uomo nella concretezza della sua situazione esistenziale, con le sue problematiche, le sue ferite, le sue sfide, le sue potenzialità, non può però ridursi ad atteggiamento “tattico”, adattando estrinsecamente contenuti ormai cristallizzati a nuove situazioni, ma deve sollecitare la teologia a un ripensamento epistemologico e metodologico, come indicato nel Proemio della costituzione apostolica Veritatis gaudium».

Secondo i nuovi statuti, che non sono stati ancora resi pubblici, la Pontificia Accademia di Teologia avrà la sede legale in via del Pellegrino a Roma, sarà composta dal presidente, attualmente il vescovo Antonio Staglianò, dal prelato segretario, oggi è il domenicano Marco Giuseppe Salvati, ordinario presso la Facoltà di Teologia della Pontificia Università San Tommaso d’Aquino (Angelicum), dal consiglio direttivo e sarà coadiuvata da una segreteria operativa. Il presidente è nominato dal Papa, tra una terna presentata dal Dicastero per la cultura e l’educazione, tramite la Segreteria di Stato, con mandato di cinque anni rinnovabile. Ed è membro del consiglio di coordinamento delle Pontificie Accademie.

Sulle modalità operative della nuova Path, un comunicato della stessa. «coinvolge anzitutto i soci ordinari e corrispondenti, che sono studiosi di discipline teologico-filosofiche o ad esse affini, provenienti da ogni parte del mondo. I nuovi Statuti prevedono anche una nuova forma di collaborazione, che è quella degli Interlocutori Referenti, studiosi, anche di altre confessioni cristiane o religioni, chiamati a individuare e e aprire ambiti e spazi di interlocuzione, che favoriscano il dialogo inter- e trans-disciplinare». Inoltre la Path, come ha già fatto negli anni recenti, «oltre a curare la pubblicazione della rivista PATH e a promuovere convegni e meeting, farà “rete”

con atenei e centri di produzione della cultura e del pensiero. Inoltre, mediante incontri e “cenacoli teologici”, da tenersi nei luoghi esistenziali delle professioni, della cultura e di vita delle comunità ecclesiali, si farà promotrice di una “divulgazione sapienziale”, di una condivisione culturalmente qualificata del ‘sapere della fede’ e della sua intelligenza, che sia non soltanto razionalmente dignitosa, ma anche capace di far diventare il Vangelo lampada che illumina il cammino dei credenti e, possibilmente, anche di quanti non credono in Dio».

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