giovedì 11 dicembre 2008
La crisi alimentare è conseguenza delle speculazioni, e la popolazione è una ricchezza: sono i temi fondamentali affrontati dal Papa nel Messaggio per la Giornata mondiale della pace.
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«Combattere la povertà, costruire la pace», è questo il tema della 42ma Giornata Mondiale della Pace  che si celebra il 1° gennaio 2009 e presentata stamattina dal cardinale Renato Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace. Un messaggio importante in cui il Papa mette in evidenza come «la lotta alla povertà e la pace si richiamino costantemente in una feconda circolarità, che costituisce uno dei presupposti più stimolanti per dare corpo ad un adeguato approccio culturale, sociale e politico delle complesse tematiche relative alla realizzazione della pace nel nostro tempo, segnato dal fenomeno della globalizzazione», ha detto il cardinal Martino.Il Papa affronta quindi alcuni nodi per comprendere il rapporto tra lotta alla povertà e pace:La questione demografica. Non è vero che l'incremento demografico è causa della povertà, come alcune istituzioni internazionali sostengono. Questa posizione, denuncia il messaggio, apre «allo sterminio di milioni di bambini non nati, in nome della lotta alla povertà», determinando l'eliminazione dei più poveri tra gli esseri umani. Occorre invece rilevare che alcuni Paesi che di recente si sono affacciati sulla scena dello sviluppo, hanno potuto farlo anche per la rilevanza numerica della loro popolazione. «In altri termini - afferma il messaggio - la popolazione sta confermandosi come una ricchezza e non come un fattore di povertà»Rapporto tra Aids e povertà. Anche in questo caso, il Messaggio papale richiama l’esigenza di una maggiore e più puntuale considerazione delle intrinseche implicazioni morali che tale rapporto comporta, se si intende veramente lottare contro la povertà e costruire la pace. Il Santo Padre richiama, da un lato, alla necessità di mettere a disposizione anche dei popoli poveri le medicine e le cure necessarie, riconsiderando il sistema dei brevetti mediante una assunzione di responsabilità della comunità internazionale nel garantire a tutti gli uomini le necessarie cure sanitarie di base e, dall’altro, all’urgenza di approntare campagne di educazione a una sessualità pienamente rispondente alla dignità della persona. Iniziative promosse in questa direzione hanno già dato frutti significativi. Faccio notare che nel contesto della globalizzazione, anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità è chiamata a giocare un ruolo fondamentale ai fini della sicurezza internazionale, oggi basata sul paradigma della "sicurezza umana".La povertà dei bambini.  I bambini sono le vittime più vulnerabili, perché sono coloro che in maggior numero sono ascritti nella fascia della cosiddetta povertà assoluta. Preoccuparsi dei bambini è preoccuparsi del futuro e guardare alla povertà dalla prospettiva dei bambini porta a considerare come prioritari obiettivi quali la salvaguardia dell’ambiente, l’educazione, l’accesso ai vaccini e alle cure mediche, l’accesso all’acqua potabile, l’educazione e la cura delle madri, e soprattutto le relazioni all’interno delle famiglie e delle comunità. Quanto indebolisce la famiglia produce danni che si scaricano sui bambini; dove non è promossa la dignità della donna e della mamma, anche i bambini ne risentono.Disarmo e sviluppo. Il Santo Padre aveva già sottolineato in un suo precedente Messaggio che «le ingenti risorse materiali e umane impiegate per le spese militari e per gli armamenti vengono di fatto distolte dai progetti di sviluppo dei popoli, specialmente di quelli più poveri e bisognosi di aiuto. E questo va contro quanto afferma la stessa Carta delle Nazioni Unite, che impegna la comunità internazionale, e gli Stati in particolare, a "promuovere lo stabilimento ed il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale col minimo dispendio delle risorse umane ed economiche mondiali per gli armamenti (art. 26)». Il Santo Padre invita gli Stati a fare una sincera autocritica. Richiesta molto fondata, perché la spesa militare mondiale del 2007 è stata pari a 1.339 miliardi di dollari, con un aumento del 6% rispetto al 2006 (1.204 miliardi di dollari) e del 45 per cento nel decennio 1998-2007. La spesa corrisponde al 2.5% del prodotto lordo mondiale e a 202 dollari pro-capite rispetto alla popolazione mondiale. La crisi alimentare. Tale crisi è caratterizzata non da insufficienza di cibo, ma dalla mancanza di un assetto di istituzioni politiche ed economiche in grado di fronteggiare le necessità e le emergenze. Tutto questo consente al Papa di richiamare l’attenzione sul tema delle crescenti disuguaglianze, come dato caratterizzante l’attuale situazione di povertà. I dati sull’andamento della povertà relativa negli ultimi decenni, infatti, indicano tutti un aumento dei divari tra ricchi e poveri. Tra le cause principali di questo fenomeno ci sono senza dubbio il cambiamento tecnologico, i cui benefici si concentrano nella fascia più alta della distribuzione del reddito e la dinamica dei prezzi dei prodotti industriali, che crescono molto più velocemente dei prezzi dei beni e servizi prodotti dai Paesi più poveri, come materie prime e prodotti agricoli. «Capita così – afferma il Messaggio - che la maggior parte della popolazione dei Paesi più poveri soffra di una doppia marginalizzazione, in termini sia di redditi più bassi sia di prezzi più alti».
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