sabato 21 gennaio 2012
COMMENTA E CONDIVIDI
La Chiesa ha riconosciuto nel Cammino «un particolare dono che lo Spirito Santo ha dato ai nostri tempi», ne apprezza «la ricchezza», è grata per l’opera delle sue famiglie missionarie nelle aree del secolarismo e della indifferenza religiosa. È il messaggio con cui Benedetto XVI ha accolto ieri in udienza settemila membri del Cammino neocatecumenale nell’Aula Paolo VI. Tenendo sempre presente l’ottica della «comunione» e dell’«armonia dell’intero Corpus Ecclesiae», Benedetto XVI ha puntualizzato che questi riconoscimenti della Chiesa al Cammino sono significativamente espressi nella approvazione degli Statuti e del Direttorio catechetico.«Avete cantato Resurrexit, che esprime la fede nel Vivente, in Colui che, in un supremo atto di amore, ha vinto il peccato e la morte e dona all’uomo, a noi, il calore dell’amore di Dio, la speranza di essere salvati, un futuro di eternità», ha detto il Pontefice con un riferimento all’esecuzione, prima del suo discorso, della parte finale della celebrazione sinfonico catechetica sulla sofferenza degli innocenti composta da Kiko Argüello.«Vi incoraggio – ha detto poi Papa Ratzinger – a offrire il vostro originale contributo alla causa del Vangelo. Nella vostra preziosa opera ricercate sempre una profonda comunione con la Sede Apostolica e con i pastori delle Chiese particolari, nelle quali siete inseriti: l’unità e l’armonia del Corpo ecclesiale sono una importante testimonianza a Cristo e al suo Vangelo nel mondo in cui viviamo».Prendendo spunto poi dall’approvazione delle celebrazioni presenti nel Direttorio catechetico del Cammino, il Papa ha messo a fuoco il valore della liturgia, che «ci immerge nel Mistero pasquale per farci passare dalla morte alla vita». Ciò, ha sottolineato il Papa, «vale in modo specialissimo per la celebrazione dell’Eucaristia, che, essendo il culmine della vita cristiana, è anche il cardine della sua riscoperta, alla quale il neocatecumenato tende», dunque per esso «l’Eucaristia è essenziale». Menzionando gli Statuti, che parlano di «catecumenato post-battesimale, vissuto in piccola comunità», Benedetto XVI ha ribadito che per favorire il riavvicinamento alla ricchezza della vita sacramentale dei lontani, i neocatecumenali possono celebrare l’Eucaristia domenicale nella piccola comunità, dopo i primi Vespri della domenica, secondo le disposizioni del vescovo diocesano. E ha precisato che ogni celebrazione eucaristica è aperta a tutti coloro che appartengono a questa sua Chiesa.La celebrazione nelle piccole comunità, regolata dai libri liturgici, che «vanno seguiti fedelmente», con le particolarità approvate negli Statuti del Cammino, ha proseguito il Pontefice, «ha il compito di aiutare quanti percorrono l’itinerario neocatecumenale a percepire la grazia dell’essere inseriti nel mistero salvifico di Cristo». Al tempo stesso, in ogni modo, «la progressiva maturazione nella fede deve favorire il loro inserimento nella vita della grande comunità ecclesiale». Ma anche durante il cammino, ha osservato il Papa, «è importante non separarsi dalla comunità parrocchiale, proprio nella celebrazione dell’Eucaristia che è il vero luogo dell’unità». Nel corso dell’udienza Benedetto XVI ha inviato altre famiglie numerose nelle nuove 18 «missio ad gentes». Rivolgendo anche a loro il suo discorso, il Pontefice ha sottolineato ciò che in questi decenni di vita il Cammino ha avuto come suo fermo impegno: «Proclamare il Cristo Risorto, rispondere alle sue parole con generosità, abbandonando spesso sicurezze personali e materiali, lasciando anche i propri Paesi, affrontando situazioni nuove e non sempre facili». Il Cammino «aiuta a far riscoprire a chi ha già ricevuto il Battesimo la bellezza della vita di fede, la gioia di essere cristiani», ma questo comporta «sempre anche uscire dalla chiusura dell’io, spezzare l’individualismo che spesso caratterizza la società del nostro tempo, per sostituire l’egoismo con la comunità dell’uomo nuovo in Gesù Cristo».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: