sabato 26 marzo 2016
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CASTELNUOVO DI PORTO (ROMA) È stata una giornata indimenticabile per gli oltre ottocento ospiti del Centro di accoglienza per richiedenti asilo (Cara) di Castelnuovo di Porto. E specialmente per i dodici di loro a cui il successore di Pietro ha lavato e baciato i piedi. È con loro infatti che papa Francesco, sommo Pontefice della Chiesa universale ma anche servo dei servi di Dio, ha voluto celebrare la Messa in Coena Domini. È con loro, in maggioranza musulmani, che ha voluto soprattutto compiere il gesto della lavanda di piedi. Moltissimi di loro quindi non comprendono la liturgia che fa memoria dell’istituzione dell’Eucaristia, ma tutti capiscono l’umiltà con cui si inginocchia davanti ai cinque cattolici nigeriani, alle tre eritree copto ortodosse, ai tre musulmani, all’indù, e all’unica italiana prescelta, una addetta della cooperativa Auxilium che gestisce – con riconosciuta professionalità e con passione – il Cara. Nella breve e intensa omelia il Papa ha voluto esplicitare il senso della scelta di venire in questo Comune alle porte di Roma – ma diocesi di Porto- Santa Rufina – che raccoglie profughi giunti dalle lande più desolate dal pianeta per cercare una vita migliore per sé e per i propri figli. Una scelta maturata prima dei fatti tragici di Bruxelles ma che dopo quanto accaduto nel cuore dell’Europa ha assunto un significato del tutto particolare. «I gesti parlano più delle immagini e delle parole», ha detto. Così nel Vangelo c’è il gesto di «Gesù che serve, che lava i piedi» e pur essendo «il capo», li lava «agli altri, ai suoi, ai più piccoli ». Ma c’è anche quello di «Giuda che va dai nemici di Gesù, da quelli che non vogliono la pace con Gesù, a prendere il denaro con il quale lo ha tradito, le 30 monete». «Anche oggi, qui, ci sono due gesti», ha quindi aggiunto papa Francesco. Il primo è che «tutti» i presenti, «musulmani, indù, cattolici, copti, evangelici ma fratelli, figli dello stesso Dio» hanno il desiderio di «vivere in pace, integrati». Ma a questo gesto, ha continuato riferendosi agli attacchi terroristici di Bruxelles, si contrappone quello di «tre giorni fa», un gesto «di guerra, di distruzione in una città dell’Europa, di gente che non vuole vivere in pace». «Ma dietro a quel gesto, come dietro a Giuda, – ha proseguito – c’erano altri». Infatti «dietro a Giuda c’erano quelli che hanno dato il denaro perché Gesù fosse consegnato». Mentre «dietro 'quel' gesto» che ha segnato la capitale belga, «ci sono i fabbricanti, i trafficanti di armi che vogliono il sangue, non la pace; che vogliono la guerra, non la fratellanza». «Oggi, in questo momento, quando io farò lo stesso gesto di Gesù di lavare i piedi a voi dodici, – ha quindi spiegato il Pontefice – tutti noi stiamo facendo il gesto della fratellanza, e tutti noi diciamo: “Siamo diversi, siamo differenti, abbiamo differenti culture e religioni, ma siamo fratelli e vogliamo vivere in pace”». Alla fine della celebrazione liturgica papa Francesco ha dato un ulteriore segnale di vicinanza agli ospiti del Centro. Li ha salutati tutti. Uno ad uno. E senza fretta. Accompagnato dall’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, e da Angelo Chiorazzo, fondatore di Auxilium, a ciascuno ha consegnato una busta con una offerta in denaro. (In mattinata a Castelnuovo di Porto, erano già arrivati in regalo, sempre da parte del Papa, magliette a palloni da calcio, pallavolo e rugby, uova di Pasqua, coroncine del Rosario e anche una bella scacchiera). Alla cerimonia hanno partecipato anche due imam: l’egiziano Sali Salem della moschea della Magliana e Ihab Abu Muammar, di quella del Cara. Alla liturgia hanno concelebrato, oltre a monsignor Fisichella, l’arcivescovo Giovanni Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato, i due segretari del Papa e due sacerdoti di Porto-Santa Rufina che svolgono assistenza spirituale nel Centro. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il fatto Bergoglio ha celebrato la Messa in Coena Domini nel centro di accoglienza di Castelnuovo di Porto Il ricordo delle stragi di Bruxelles: «Dietro a quegli atti ci sono i fabbricanti e i trafficanti di armi che vogliono il sangue, non la fratellanza» «Siamo diversi, siamo differenti, abbiamo differenti culture e religioni, ma siamo fratelli e vogliamo vivere in pace». «Ognuno, nella sua lingua religiosa, preghi il Signore perché questa fratellanza contagi il mondo, perché non ci siano le 30 monete per uccidere il fratello, perché sempre ci sia la fratellanza e la bontà» Francesco dall’omelia della Messa in Coena Domini IL SEGNO Papa Francesco mentre lava i piedi ai profughi ospitati nel centro di accoglienza di Castelnuovo di Porto, alla periferia di Roma, che ha fatto da cornice alla Messa in Coena Domini celebrata da Bergoglio nel pomeriggio del Giovedì Santo. Sono stati undici i migranti davanti cui il Pontefice si è inchinato. Con loro un’addetta all’accoglienza dei richiedenti asilo (L’Osservatore Romano)
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