martedì 16 aprile 2024
Gli esercizi spirituali di Cl sulla speranza. La Messa conclusiva con il prefetto del Dicastero per i laici. «Il vostro carisma? Donato alla Chiesa»
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Conclusione col botto per gli esercizi spirituali della Fraternità di Comunione e Liberazione: al termine dell’assemblea finale il presidente Davide Prosperi ha dato notizia dell’avvio della fase testimoniale per la causa di beatificazione di don Giussani. Una notizia attesa e sperata da tempo, e insieme un’autorevole conferma per il cammino iniziato sessant’anni fa dal fondatore del movimento e che continua a diffondersi nel mondo. Quest’anno gli esercizi spirituali sono stati predicati da un figlio spirituale di Giussani che guida la diocesi di San Miniato, il vescovo Giovanni Paccosi. Erano in ventunmila ad ascoltarlo alla Fiera di Rimini, oltre a migliaia di persone collegate da 21 nazioni, e nelle prossime settimane le comunità presenti in 70 Paesi vivranno il gesto in differita.

È possibile coltivare la speranza in un mondo sempre più segnato dalla disperazione? E su cosa si fonda una speranza che non sia passeggera e succube delle mode del tempo? Péguy, uno degli scrittori più amati dal “Gius”, fa dire a Dio che guarda gli uomini: «Quello che mi stupisce è la speranza». È qualcosa di inestirpabile dal cuore, figlio di un innato desiderio di felicità, che ha bisogno della grazia per diventare una presenza stabile. Solo l’incontro con Cristo può colmare quel desiderio, può rispondere a una sete che non trova altrimenti la fonte a cui saziarsi. Paccosi racconta la visita a un centro che ospita ragazzine affette da disturbi alimentari, con gli occhi spenti, e i medici gli raccontano di una crescita esponenziale di quegli «occhi senza speranza». In una clinica psichiatrica conosce la storia di una donna «che non ha più nessuno che le dica tu sei amata, tu sei voluta». Poco prima nel salone erano risuonate le parole di “Anyone”, la canzone dell’americana Demi Lovato: «Ho provato a parlare con il mio pianoforte, la mia chitarra. Mi sono confidata con l’alcool, con la mia immaginazione (…) fino a quando la mia voce si è affievolita. Sono stanca di conversazioni vuote perché nessuno mi ascolta più. Per favore, mandami qualcuno, Signore, c’è qualcuno? Ho bisogno di qualcuno».

Qualcuno c’è, che è venuto ad abbracciare il nostro desiderio di felicità e ad alimentare una speranza che non muore. «La speranza è una certezza nel futuro in forza di una realtà presente – diceva Giussani –. È la presenza di Cristo resa nota nella memoria che ci permette un futuro». Ogni desiderio può trovare compimento, ogni tensione che vibra nel cuore dell’uomo può realizzarsi: è ciò che il Vangelo chiama «il centuplo quaggiù» e che tante persone sperimentano incontrando i carismi che animano la Chiesa. Nell’omelia pronunciata durante la Messa, il cardinale Kevin Joseph Farrell, prefetto del Dicastero vaticano per i laici, la famiglia e la vita, ha ricordato che «il carisma di Comunione e Liberazione è stato donato da Dio alla Chiesa perché gli uomini possano incontrare nelle notti della loro esistenza la consolante presenza di Cristo. Il vostro carisma, come gli altri nel passato, deve far uscire dal passato e dalla dimenticanza la resurrezione di Cristo nostro Salvatore e renderla vicina e sperimentabile a ogni uomo. A questo compito siete chiamati tutti e per questo avete ricevuto una formazione cristiana È di vitale importanza perciò conservare l’unità della compagnia spirituale che lo Spirito Santo ha creato tra voi». E nel saluto finale Farrell ha ringraziato quelli che ha definito «gli apostoli del futuro» per «la testimonianza di vita cristiana che date».

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