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La processione delle Confraternite di tutto il mondo nel centro di Roma per il Giubileo delle Confraternite - Reuters
Nove giorni di cammino a piedi. Da Perugia a Roma. Per il Giubileo delle Confraternite. In trenta sono partiti dal capoluogo umbro. A unirli la devozione per l’apostolo Giacomo e l’appartenenza alla Confraternita di San Jacopo di Compostella che ha sede a Perugia e che prende il nome dalla città spagnola dove è custodita la tomba del santo. Con loro anche l’arcivescovo di Lucca, Paolo Giulietti, assistente spirituale del gruppo, marciatore appassionato e convinto sostenitore dei viaggi dell’anima. Alla fine saranno in cento quelli che sfilano lungo le strade della capitale con il loro abito marrone e rosso e la conchiglia bianca di Santiago sul petto. È il grande pellegrinaggio delle Confraternite per le vie di Roma, un evento unico nel calendario dell’Anno Santo. Sodalizi di tutto il mondo in cammino fra la gente e i turisti, come accade nelle città o nei paesi dove affondano le radici delle Confraternite. Oltre centro le nazioni rappresentate: dall’Italia agli Stati Uniti, dal Brasile alla Nuova Zelanda, dalle Filippine alla Francia.
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La processione delle Confraternite di tutto il mondo nel centro di Roma per il Giubileo delle Confraternite - Reuters
Strade chiuse dal Colosseo al Circo Massimo per accogliere un popolo che porta in strada la pietà popolare e una fede di straordinaria vitalità. È una lunga colonna di donne e uomini di tutte le età quella che racconta una storia in grado di travalicare i secoli. Tre ore di processione animano un pomeriggio che fa arrivare il Giubileo nel cuore della Roma antica, con gonfaloni, croci processionali, complessi musicali, canti che uniscono le generazioni, ma soprattutto con volti che testimoniano un Vangelo senza tempo. E per la prima volta sfilano nella Penisola due statue dei celebri cortei della Semana Santa andalusa: il “Santísimo Cristo de la Expiración”, meglio conosciuto come “El Cristo del Cachorro” di Siviglia, e la “Vergine della speranza” di Malaga trasportata da 270 persone. A salutarli anche le autorità che riempiono la tribuna d’onore: in prima fila l’arcivescovo Rino Fisichella e il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.
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La processione delle Confraternite di tutto il mondo nel centro di Roma per il Giubileo delle Confraternite - Reuters
«La pietà popolare - spiega l’arcivescovo Michele Pennisi, assistente della Confederazione delle Confraternite delle diocesi d’Italia - non può essere ridotta a una reliquia del passato o un fatto folcloristico, ma va interpretata come uno spazio privilegiato di incontro con Cristo, di devozione alla Madonna, di venerazione dei santi. La spiritualità popolare, con la bellezza delle immagini, con la suggestione delle melodie, con il coinvolgimento di tante persone che indossano abiti variopinti, coinvolge tutti perché punta a un rapporto semplice col Signore. Si tratta di un fenomeno che, provenendo dal passato, continua ad adattarsi ai mutamenti culturali e mantiene il suo fascino nel presente». Pennisi tiene a ricordare che «la tradizione è un elemento dinamico nella storia della Chiesa». E non nasconde i pericoli che possono minacciare la religiosità popolare. «Vi è il rischio della strumentalizzazione da parte delle varie mafie soprattutto in alcuni comitati delle feste religiose», avverte. Eppure tutto ciò non scalfisce la portata di un tesoro ecclesiale che «ha grandi potenzialità per la nuova evangelizzazione», sottolinea l’arcivescovo. Oggi i centomila del Giubileo delle Confraternite saranno in piazza San Pietro per la Messa di inizio pontificato di Leone XIV.