martedì 29 maggio 2018
Fino al 10 giugno le spoglie del Papa santo rimangono nel suo paese di origine
San Giovanni XXIII nel Santuario a lui dedicato a Sotto il Monte (Frau)

San Giovanni XXIII nel Santuario a lui dedicato a Sotto il Monte (Frau)

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A Bergamo il carcere, il Seminario, la Cattedrale, l’ospedale, poi il Santuario mariano della Cornabusa, il convento francescano di Baccanello, infine dopo tante tappe cariche di simboli e ricordi, domenica sera il pellegrinaggio delle spoglie di san Giovanni XXIII, ha raggiunto la meta finale: il «caro nido di Sotto il Monte», come lo chiamava. Ed anche lì si sono ripetute le scene dei giorni precedenti, con migliaia di devoti accorsi a salutarlo in un clima di festa.

A guardare i tanti volti, oltre ai numeri di questi giorni tornano in mente le parole scritte dopo l’addio del Pontefice da don Andrea Spada: «La sua morte non è dunque morte. È il transito vivo e sereno di un santo... Portato tra i suoi figli ritto e benedicente, su una sedia gestatoria, o disteso con le mani ferme su un crocifisso. Sempre lo stesso Papa, il suo discorso ai figli perfettamente sempre lo stesso. Con papa Giovanni non si potrà mai parlare di un distacco: è sceso e resta nel cuore del mondo, di tutti, dei potenti e degli umili, vivo come nessun padre lo fu mai per i suoi figli».

E l’immagine dei volontari del paese che insieme ad alcuni militari dell’esercito l’altra sera hanno portato a spalla l’urna, salendo il viale Pacem in terris, prima nel Giardino della Pace poi nella vicina Chiesa di S. Maria della Pace - cuore del Santuario dove ora è esposto alla venerazione dei fedeli - ci richiamano la sua conclusione alla prova della sedia gestatoria: associata ad un ricordo dell’infanzia, quando bambino, nella ressa di una festa delle Società operaie cattoliche, il padre lo mise sulle sue spalle. Disse: «Eccomi portato un’altra volta, sollevato dai miei figli. […] Il segreto di tutte le cose è quello di lasciarsi trasportare da Dio per poi portarlo agli altri». Anche il cielo ha lasciato cadere più lacrime di commozione domenica sera, ma, soprattutto ha soffiato un vento, che il vescovo Francesco Beschi ha associato a quello spesso presente nelle affollate manifestazioni con Giovanni Paolo II, richiamando il vento del Concilio e Paolo VI prossimo Papa santo.

Nel frattempo per tutta la giornata di ieri, ininterrotto il flusso dei pellegrini: nella prima giornata si sono registrati oltre 7mila ingressi tra singoli e gruppi, ma sono già più di 60mila i prenotati. Certo l’occasione per una sosta orante davanti all'urna: per guardare quel corpo santo e sentirsi guardati da lui. Ma, a giudicare dall'intenso programma delle Messe accompagnate da catechesi mirate, dai confessionali aggiunti a quelli permanenti, dai luoghi aperti alla preghiera, è anche qualcosa di molto simile ad una missione popo-lare, come ha detto monsignor Claudio Dolcini parroco di Sotto il Monte.

Qui Giovanni XXIII - il papa del Vaticano II e della pace, dell’ecumenismo e del dialogo con i lontani, resterà sino al 10 giugno ed ogni giorno sarà caratterizzato da un tema capace di creare un percorso spirituale coinvolgendo diversi settori della vita ecclesiale e sociale. Tra le iniziative di rilievo già annunciate la processione diocesana del Corpus Domini, giovedì sera, presieduta dal vescovo di Bergamo Francesco Beschi. E, sino alla veglia prima della giornata conclusiva presieduta dal cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, si alterneranno presuli bergamaschi, vescovi alla guida di diocesi lombarde e non solo. Ieri è stata la volta del vescovo di Casale Monferrato Gianni Sacchi. Oggi arriva il vescovo di Frascati Raffaello Martinelli. Sì una festa di popolo e una missione popolare.

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