sabato 24 dicembre 2022
Alla vigilia di Natale l'annuncio della nomina. Fiorentino, 62 anni, con un passato da "fidei donum" in Perù, è responsabile dell'America Latina per Comunione e Liberazione
Don Giovanni Paccosi e il cardinale Giuseppe Betori

Don Giovanni Paccosi e il cardinale Giuseppe Betori - Arcidiocesi di Firenze

COMMENTA E CONDIVIDI

Ha un passato da “fidei donum” in Perù e un presente da responsabile per l’America Latina della Fraternità di Comunione e Liberazione il nuovo vescovo di San Miniato. È monsignor Giovanni Paccosi, sacerdote fiorentino, 62 anni, scelto da papa Francesco per guidare la diocesi che era vacante dallo scorso settembre quando il vescovo Andrea Migliavacca - che della Chiesa di San Miniato è stato pastore per sette anni - era stato trasferito ad Arezzo-Cortona-Sansepolcro. Stamani, vigilia di Natale, l’annuncio della nomina di Paccosi dato nelle due diocesi in contemporanea con la Sala Stampa vaticana. A Firenze è stato il cardinale arcivescovo Giuseppe Betori a comunicare la scelta del Pontefice nel palazzo arcivescovile, mentre a San Miniato è toccato a Migliavacca rendere noto il nome del suo successore negli uffici della Curia.

Nel primo messaggio alla sua nuova Chiesa il vescovo eletto racconta il suo stupore. «Mi commuove che questa chiamata coincida con il Santo Natale: Gesù bambino in quell’umile mangiatoia è l’abbraccio di Dio, del Mistero infinito che ci dona ogni istante, a ciascuno di noi, a ogni persona, anche la più sola e sofferente. Lui viene qui e ora per dire ad ognuno: sei voluto e amato da Dio». Poi confida di aver «detto subito il mio “sì” a questa chiamata, che mi è giunta inaspettata, in quanto da poche settimane avevo intrapreso una nuova avventura missionaria nel movimento di Comunione e Liberazione, di cui ero stato eletto responsabile delle comunità dell’America Latina. Ma il Signore cambia tutto in un momento e ora mi chiede di dare me stesso alla Chiesa di San Miniato, alla quale mi consegno con gioia, all’inizio del quarto centenario della sua nascita come diocesi». Un Giubileo aperto lo scorso 4 dicembre da Migliavacca, la settimana successiva della sua presa di possesso ad Arezzo. Paccosi si definisce «figlio della Chiesa Fiorentina» e si racconta come «parroco a Casellina, la bella comunità che mi ha accolto quando tornai dalla missione in Perù». Già fissate le date dell’inizio del suo ministero episcopale: domenica 5 febbraio verrà ordinato vescovo nella Cattedrale di Firenze; e il 26 febbraio, prima domenica di Quaresima, farà il suo ingresso a San Miniato.

Originario di Firenze, Paccosi nasce il 2 giugno 1960. Durante le superiori incontra il movimento di Cl. Entra in Seminario e ha come rettore Gualtiero Bassetti che lo accompagna al sacerdozio. Ordinato prete il 4 aprile 1985, è vicario parrocchiale e poi parroco nell’arcidiocesi di Firenze fino al 2001 quando viene inviato come sacerdote “fidei donum” in Perù nella diocesi di Carabayllo, distretto di Lima, dove sarà parroco, responsabile della pastorale universitaria nella Universidad Católica “Sedes Sapientiae”, docente di antropologia e teologia, responsabile della formazione del clero giovane. A Lima consegue la licenzia in teologia e nel 2015 il dottorato in teologia alla Facoltà Teologica dell’Italia Centrale. Rientrato in Italia è parroco dal 2016 della comunità di Gesù Buon Pastore a Casellina nel Comune di Scandicci dove riprende anche a fare l’insegnante di religione al liceo scientifico. Nel 2017 il cardinale Betori lo nomina direttore dell’Ufficio diocesano per i Beni Culturali Ecclesiastici e l’Edilizia di Culto. E l’anno successivo diventa vicario episcopale per la pastorale di Firenze. Incarichi che lascia lo scorso agosto quando è scelto come responsabile di Cl per l’America Latina. Nell’occasione rimette anche il mandato di coordinatore del Comitato diocesano per don Lorenzo Milani istituito in occasione dei 100 anni della nascita del priore di Barbiana che ricorreranno nel 2023.


«Natale è tempo di regali, ma ci sono regali che costano», ha detto il cardinale Betori annunciando il dono di un suo prete («Uno dei miei più stretti collaboratori») a una Chiesa “sorella” della Toscana. «Don Giovanni - ha aggiunto - è stato davvero un buon pastore per tutte le comunità che gli sono state affidate, un sacerdote fedele testimone del Vangelo pienamente calato nella realtà quotidiana della gente». E la «ricca e variegata esperienza di parroco» gli sarà «preziosa per il ministero di vescovo» . Perché, ha chiarito il porporato, «come ho sperimentato in prima persona, penso che il compito di un vescovo sia oggi meno quello di stare davanti al gregge, ma più dentro, insieme, al gregge, per accompagnare, più che guidare, restando il più possibile vicini alla vita delle persone e ai bisogni di tutti».

Un saluto è arrivato dal cardinale Gualtiero Bassetti, fiorentino e suo rettore negli anni del Seminario. «Per me è una grandissima gioia. È il sesto alunno degli anni in cui sono stato rettore che diventa vescovo. Ringrazio il Signore per il dono di questi pastori alla nostra Chiesa italiana».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: