martedì 15 ottobre 2013
​L’arcivescovo di Chieti-Vasto nominato dal Pontefice segretario speciale del Sinodo 2014 di cui sarà relatore generale il cardinale Erdö: nel Sinodo ferite e gioie alla luce del Vangelo. Sulla famiglia anche le assise ordinarie del 2015
COMMENTA E CONDIVIDI
La famiglia e le tante sfide che ha di fronte. Dal come annunciare, oggi, «la bellezza del Vangelo della famiglia», alle problematiche «delle cosiddette "famiglie ferite"», che interrogano la Chiesa sul fronte pastorale, così come il diffondersi di nuove forme di unione. Un complesso di questioni «che il Santo Padre intende affrontare veramente in spirito sinodale, collegiale, con la collaborazione di tutti gli episcopati del mondo». Ed è questo, alla fine «il grande messaggio che viene dall’indizione di questo Sinodo speciale sulla famiglia, e di quello Ordinario che seguirà nel 2015: in una continuità tematica in cui il primo costituisce il momento della raccolta dello status quaestionis, delle proposte delle indicazioni, per portare già comunque un messaggio di vita e di speranza, e il secondo l’ulteriore maturazione, che consentirà di offrire al Santo Padre anche elementi dai quali egli trarrà poi le proposte e gli orientamenti per la vita di tutta la Chiesa».Monsignor Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, è stato nominato ieri dal Papa segretario speciale della prossima Assemblea straordinaria in programma il prossimo anno su “Le sfide della famiglia nel contesto della evangelizzazione”, il cui relatore generale, anch’egli nominato ieri, sarà il cardinale Péter Erdö, arcivescovo di Esztergom-Budapest (Ungheria) e presidente del Ccee. E in questa intervista anticipa la novità del percorso in due tappe" voluto da Francesco, a rimarcare «la centralità del tema la famiglia nel contesto della evangelizzazione».Quali sono le più urgenti di queste sfide? Mi sembra importante distinguere: intanto ci sono le sfide positive, e cioè come annunciare la bellezza del Vangelo della famiglia e come aiutare concretamente le famiglie già formate e quelle in via di formazione a realizzare questo progetto di bellezza e di amore che viene da Dio. In secondo luogo ci sono le sfide connesse alle cosiddette famiglie ferite, ai separati, ai divorziati, ai divorziati risposati, e dunque come annunciare a queste persone la misericordia di Dio, il suo amore, come farle sentire parte viva e non marginale della Chiesa. E poi naturalmente il complesso di questioni che la società attuale, nel villaggio globale, propone alla realtà familiare, dalla riflessione sulle famiglie di fatto, che vanno sempre più diffondendosi, a quella a quella sulle unioni di persone dello stesso sesso, che naturalmente costituiscono un interrogativo e chiedono un’attenzione anche pastorale alla Chiesa.Perché la scelta di due momenti?Il tema è così delicato, così importante, e coinvolge talmente tanto il vissuto personale delle Chiese, che il Santo Padre ha deciso che l’itinerario sinodale si svolga in due tappe. Questa prima, il Sinodo straordinario, che vuol essere di ascolto della realtà di base di tutte le Chiese della comunione cattolica per individuare sfide, problemi, interrogativi, proposte; un momento molto importante proprio in ordine a quell’esercizio della collegialità a cui tanto Papa Francesco tiene e nel quale profondamente crede, qualcosa di cui credo tutti dobbiamo essergli grati. Tuttavia questo è soltanto un primo momento, perché di fronte a sfide così ampie non è possibile che tutto si risolva in un incontro di quindici giorni, pur accuratamente preparato. Occorre una maturazione ulteriore.Di qui il Sinodo Ordinario del 2015? Sì, un secondo momento nel quale, con la celebrazione dell’Assemblea ordinaria del Sinodo sarà possibile anche meglio definire le proposte da fornire al Santo Padre e dalle quali egli poi sceglierà di dare gli orientamenti che riterrà più opportuni e necessari per la Chiesa.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: