mercoledì 7 dicembre 2022
Nuove regola per i bilanci, obbligo di presentarli anche alla Segreteria per l'Economia. Maggiore vigilanza a tutela della loro missione e della Santa Sede. Il provvedimento nel solco delle riforme
La Basilica di San Pietro

La Basilica di San Pietro - Ansa /Ettore Ferrari

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Cambiano le regole in fatto di controllo sui bilanci dei fondi, delle fondazioni e degli enti che fanno riferimento alla Santa Sede e che sono iscritti nell’elenco di cui all’articolo 1 § 1 dello Statuto del Consiglio per l’Economia e aventi sede nello Stato della Città del Vaticano. Con il motu proprio emanato ieri dal Papa (e in vigore da domani, solennità dell’Immacolata) questi enti (tra i quali ad esempio la Fondazione Centesimus Annus e la Fondazione Casa Sollievo della Sofferenza) non dovranno più solo presentare i loro bilanci, preventivi e consuntivi alla supervisione delle Istituzioni curiali dalle quali dipendono (nei due esempi precedenti, rispettivamente l’Apsa e la Segreteria di Stato), ma anche al controllo e alla vigilanza degli organismi economici della Curia romana. Di fatto alla Segreteria per l’Economia.

«Benché tali enti abbiano una personalità giuridica formalmente separata e una certa autonomia amministrativa, si deve riconoscere – scrive infatti papa Francesco nel motu proprio – che essi sono strumentali alla realizzazione dei fini propri delle Istituzioni curiali al servizio del ministero del Successore di Pietro e che, pertanto, anch’essi sono, se non diversamente indicato dalla normativa che li istituisce in qualche modo, enti pubblici della Santa Sede». Dunque essendo i loro beni temporali parte del patrimonio della Sede Apostolica, si rende necessario anche l’ulteriore controllo prescritto dalla nuova norma.
Il provvedimento si inserisce nel solco delle riforme tracciate dal Papa con la Costituzione apostolica Praedicate Evangelium. In questo modo le persone giuridiche strumentali saranno «chiaramente distinte dalle altre fondazioni, associazioni ed enti senza scopo di lucro» che provengono «dall’iniziativa di privati e non sono strumentali alla realizzazione dei fini propri delle Istituzioni curiali».

Il motu proprio è composto da otto articoli. Uno dei più importanti, il terzo, stabilisce appunto che la Segreteria per l’Economia esercita la vigilanza e il controllo sulle persone giuridiche strumentali a norma del proprio statuto e, per quanto di competenza, adotta o raccomanda l’adozione da parte delle persone giuridiche strumentali delle misure adeguate alla prevenzione ed al contrasto di attività criminose.

Il quarto e quinto articolo disciplinano le scritture contabili e lo scambio di informazioni, stabilendo tra l’altro che le persone giuridiche strumentali devono presentare alla Segreteria per l’Economia il bilancio preventivo e quello consuntivo nei termini stabiliti dalla medesima Segreteria e prevedendo che la Segreteria per l’Economia e l’Ufficio del Revisore generale possono sempre accedere alle scritture contabili, ai documenti giustificativi e alle informazioni relative alle transazioni finanziarie.
L’articolo 6 riguarda l’estinzione e la devoluzione dei beni e specifica come le persone giuridiche strumentali sono soppresse e poste in liquidazione con decreto dell’Istituzione curiale da cui dipendono canonicamente, quando lo scopo è stato raggiunto o è divenuto impossibile o contrario alla legge, ovvero, in caso di associazioni, quando la riduzione del numero degli associati ne impedisca il funzionamento.

Un secondo provvedimento è stato varato sempre ieri e sempre con l’entrata in vigore fissata per domani. La Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano ha infatti promulgato una Legge che estende l’applicazione del motu proprio agli enti dello Stato della Città del Vaticano. Sono esclusi dall’ambito di applicazione della legge le Istituzioni curiali e gli Uffici della Curia romana, le Istituzioni collegate con la Santa Sede, il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e gli enti che svolgono professionalmente attività di natura finanziaria.

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