lunedì 7 maggio 2012
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«Il messaggio ai genitori è che bisogna fare attenzione ai centri "low cost" e alle strutture dei Paesi dell’Est». Lo afferma Claudio Giorlandino, segretario generale della Sidip (Società italiana di diagnosi prenatale e medicina materno fetale), commentando il caso della coppia italiana sterile che si è sottoposta a fecondazione eterologa in una clinica di Creta. «È innegabile che in Italia i controlli sarebbero rigorosi e che casi del genere non potrebbero succedere», dice l’esperto. I genitori del piccolo hanno scritto infatti una lettera al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dove chiedono un intervento contro una normativa che definiscono «crudele e discriminatoria» come la legge 40 del 2004, che appunto vieta l’eterologa.«L’eterologa? Il Paese non è pronto ad accettarla - aggiunge l’esperto - e non solo dal punto di vista etico.Anche prima della legge 40, i centri che eseguivano procedure di eterologa erano pochi. Ma soprattutto sarebbero probabilmente pochissime le italiane donatrici di ovuli, disposte a sottoporsi a induzioni e prelievi in cambio di somme non alte. Sarebbero invece di più donatori uomini».
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