mercoledì 13 marzo 2013
​Il nuovo Pontefice sta andando nella cosiddetta “Stanza delle lacrime” per indossare le vesti papali. Farà ritorno nella Sistina, dove si svolge un’altra piccola cerimonia con una preghiera, la lettura di un passo del Vangelo “tipicamente legato al ministero petrino”, e una preghiera. Poi l’atto di ossequio e di obbedienza dei cardinali al nuovo Successore di Pietro, sempre nella Sistina prima dell’intonazione del Te Deum
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Quanto sarà lungo l’intervallo di tempo che intercorre tra la “fumata bianca” e il primo saluto del Pontefice neoeletto dalla Loggia della Basilica Vaticana per impartire la sua benedizione apostolica “Urbi et Orbi”? Nel 2005 passarono circa 45 minuti dal suono delle campane e dalla “fumata bianca”, a cui si aggiunsero altri 10 minuti tra l’annuncio dato dal cardinale protodiacono e l’affaccio al balcone di Benedetto XVI. Questa volta i tempi potrebbero allungarsi come ha preannunciato nei giorni scorsi padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, ricordando che il nuovo Papa, appena eletto, mentre esce dalla Cappella Sistina dopo l’atto di omaggio dei cardinali, per andare alla Loggia passerà alla Cappella Paolina e si raccoglierà in “una breve preghiera personale, silenziosa davanti al Santissimo Sacramento”. Rispetto al Conclave del 2005. “Una novità” l’ha definita padre Lombardi riepilogando cosa accadrà quando un cardinale avrà raggiunto il quorum dei due terzi necessario a essere eletto Pontefice (almeno 77 voti, ndr): “Questo significa che ci vorrà un po’ più di tempo dell’altra volta, soprattutto se il nuovo Papa si immergerà nella preghiera”. Una volta raggiunto il quorum per l’elezione del nuovo Papa. E prima della fumata, il cardinale decano - in questo caso il presidente dell’assemblea, il cardinale Giovanni Battista Re – si è rivolto all’eletto con la domanda: “Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?”. E, dopo la risposta, l’altra domanda: “Con quale nome vuoi essere chiamato?”. La Stanza delle lacrime e l’ossequio dei cardinali. Dopo questa “breve cerimonia” nella Cappella Sistina, avviene la bruciatura delle schede e la fumata, che è bianca se l’accettazione è avvenuta. Il Pontefice nuovo va, quindi, nella cosiddetta “Stanza delle lacrime” per indossare le vesti papali. Fa ritorno nella Sistina, dove si svolge un’altra piccola cerimonia con una preghiera, la lettura di un passo del Vangelo “tipicamente legato al ministero petrino”, e una preghiera in cui - aveva spiegato ancora padre Lombardi - “entrano come attori il primo dell’Ordine dei diaconi, il primo dell’Ordine del presbiteri, il primo dell’Ordine dei vescovi”. Poi c’è l’atto di ossequio e di obbedienza dei cardinali al nuovo Papa, sempre nella Sistina prima dell’intonazione del Te Deum che segna la chiusura del Conclave. Dopo il consenso dell’eletto e la conseguente “fumata bianca”. Dopo l’accettazione, "l’eletto che abbia già ricevuto l’ordinazione episcopale è immediatamente vescovo della Chiesa Romana, vero Papa e Capo del Collegio episcopale", e acquista "di fatto la piena e suprema potestà sulla Chiesa universale, e può esercitarla". Qualora invece l'eletto è privo del carattere episcopale, viene subito ordinato vescovo. L’annuncio alla Chiesa universale e la benedizione Urbi et Orbi. Da quel momento potranno accedere al nuovo Pontefice il Sostituto della Segreteria di Stato, l’arcivescovo Angelo Becciu, il segretario per i Rapporti con gli Stati, l’arcivescovo Dominique Mamberti, il Prefetto della Casa Pontificia, monsignor Georg Gaenswein, già segretario particolare di papa Ratzinger. E in quanto vescovo di Roma, il Papa, dopo la solenne cerimonia di inaugurazione del pontificato ed entro "un tempo conveniente", prenderà possesso della patriarcale Arcibasilica Lateranense, che è la Basilica del vescovo di Roma.
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