mercoledì 9 gennaio 2019
Costruita a fianco della più grande moschea del Paese. Al-Sisi, Tawadros II e l’imam di al-Azhar alla doppia inaugurazione
Una bimba nella nuova chiesa della Natività (Ansa)

Una bimba nella nuova chiesa della Natività (Ansa)

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«È un momento importante nella storia dell’Egitto, perché due anni fa dissi al papa Tawadros: l’anno prossimo celebreremo in una nuova Cattedrale. Lo abbiamo fatto a metà nel 2018, oggi lo facciamo pienamente». Accolto domenica scorsa da un applauso scrosciante e dallo sventolio delle bandiere nazionali nella nuova Cattedrale dei copti ortodossi dedicata alla Natività di Cristo, il presidente dell’Egitto Abdel al-Sisi ha rivendicato con orgoglio un’impresa sua e del governo.

La costruzione, appunto, della nuova imponente chiesa dei copti ortodossi in quella che sarà la nuova capitale amministrativa del Paese, una città a 45 km a est del Cairo e il cui completamento è previsto per il 2020. La Cattedrale è la più grande chiesa cristiana del Medio Oriente, capace di ospitare oltre 8.000 fedeli su uno spazio di 63mila metri quadrati.

Al-Sisi aveva pronunciato quella promessa dopo che l’Egitto nel 2017 era stato brutalmente scosso dal doppio attentato kamikaze nella chiesa copta di San Marco ad Alessandria e nella chiesa di San Giorgio a Tanta. Una ferita a quell’unità del Paese che resta per il leader egiziano tra i principali valori da tutelare, posto che le minacce alla minoranza cristiana da parte di salafiti ed estremisti islamici sono tutt’altro che cessate. Solo sabato scorso un agente di polizia è morto mentre tentava di disinnescare una bomba nella chiesa copta a Nasr City. E imponenti sono state in tutto il Paese le misure di sicurezza per il Natale ortodosso.

Erigere un luogo di culto di tali dimensioni e in così poco tempo «sembrava impossibile», ha detto vicino ad al-Sisi il capo della Chiesa copta ortodossa Tawadros II, «noi abbiamo bisogno del pane che è cibo per i corpi » ha aggiunto, «ma anche le anime hanno bisogno del loro cibo e lo trovano in queste realizzazioni religiose e spirituali». «Questa occasione rappresenta un albero di amore piantato insieme, ma l’albero ha ancora bisogno di attenzione e di cura perché i suoi frutti possano raggiungere dall’Egitto il mondo intero» ha detto ancora al-Sisi.

Una scena all’insegna dell’unità anche perché in realtà l’inaugurazione di domenica è stata doppia: prima della dedicazione della Cattedrale è stata la volta dell’apertura ufficiale della moschea di Al-Fattah Al-Alim, costruita lì di fianco, la più grande del Paese. Presenti ad entrambi i momenti, oltre al presidente egiziano e a Tawadros II, anche il grande imam di al-Azhar, Ahmad Muhammad al-Tayyib, il presidente palestinese Mahmoud Abbas e numerosi diplomatici e rappresentanti delle istituzioni.

Nella giornata di domenica i media egiziani hanno dato una grande visibilità al videomessaggio inviato da papa Francesco. «Con gioia saluto tutti voi nella lieta occasione della dedicazione della nuova Cattedrale della Natività», ha detto Bergoglio nella reigstrazione, «il principe della pace doni all’Egitto, al Medio Oriente e a tutto il mondo il dono della pace e della prosperità. Un saluto speciale porgo al mio tanto caro fratello Sua Santità papa Tawadros II e alla Chiesa copta ortodossa, che ha saputo dare una vera testimonianza di fede e di carità anche nei momenti più difficili».

«Carissimi fratelli e sorelle – è stato l’augurio finale del Pontefice – voi avete dei martiri che danno forza alla vostra fede. Grazie per il vostro esempio! Un deferente saluto rivolgo al Governo egiziano e al signor presidente Abdel Fattah al-Sisi. Possa nella nuova Cattedrale salire sempre gradito il culto a Dio nell’alto dei cieli e scendere la benedizione e la pace in terra per tutti gli uomini, che Dio ama».

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