venerdì 30 aprile 2021
Al centro della riflessione nelle parrocchie l'impegno della Chiesa nell'emergenza sanitaria. L'invito a lasciarsi coinvolgere dal flusso di bene generato dalla scelta nella dichiarazione dei redditi
L'8xmille per la Chiesa cattolica

L'8xmille per la Chiesa cattolica - Archivio Siciliani

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La Chiesa cattolica ogni anno si affida alla libera scelta dei fedeli per le risorse della sua missione. E oggi, di fronte a necessità moltiplicate, dà vita a un nuovo modello di carità. Se gli aiuti alimentari sono il contributo più noto di parroci e volontari, in realtà gli interventi sono a tutto campo. Ad esempio: 30 mila euro donati dalle diocesi della Puglia per potenziare le terapie intensive negli ospedali; 50 mila euro in diocesi di Aosta al “Fondo sostegno economico” per chi ha perso il lavoro; oltre 30 numeri verdi diocesani anti-solitudine, attivi in tutte le regioni, per il conforto psicologico e spirituale; 5 milioni di euro in diocesi di Bergamo al Fondo per le famiglie in difficoltà “Ricominciamo insieme”; 25 mila euro per 4 ventilatori polmonari donati dalla Chiesa di Crotone-Santa Severina all’ospedale del capoluogo calabrese; 41 mila euro per “Villa Fiorita”, casa-rifugio per donne vittime di violenza della diocesi di Cerreto-Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti che ha accolto 21 madri con figli e ne ha assistite 107 al centro ascolto.

Una firma per rinascere. La Giornata nazionale di sensibilizzazione all’8xmille che si tiene domenica 2 maggio in tutte le parrocchie italiane metterà in luce un anno straordinario di testimonianza e servizio in tempo di Covid, con un grazie a chi ha destinato la quota Irpef alla Chiesa cattolica e un appello a fare altrettanto nel 2021. Anche più numerosi. Perché mai come ora è importante ampliare la platea di oltre 13 milioni di firmatari, contribuendo ad un’opera ecclesiale senza precedenti di soccorso e ripartenza.

A tutto campo nelle diocesi le iniziative per spiegare il valore di “farsi prossimo” attraverso i modelli Redditi, 730 o CU. «Chiediamo aiuto a quanti lasciano libera, nella propria dichiarazione dei redditi, la casella 8xmille – è l’appello dei dieci vescovi della Lombardia nella lettera Gratitudine e impegno rivolta “con umiltà” anche ai non credenti in questa speciale domenica –. Si lascino coinvolgere dal flusso di bene che può derivare da una firma. Ora è il tempo in cui lo Spirito ci chiede più impegno per orientare il mondo al bene e alla solidarietà». Nell’arcidiocesi di Bologna, all’evento in streaming per la Giornata nazionale “Firmato da te, realizzato con l’8xmille” (sul canale YouTube “Dodici porte”) non è voluto mancare il cardinale arcivescovo Matteo Zuppi: «Vale la pena impegnarsi con la firma – ha detto –. La Chiesa è se stessa perché raggiunge gli altri, vive per donare». Anche Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e delegato regionale dell’Emilia-Romagna per il Sovvenire, si è rivolto ai fedeli: «L’uscita dalle difficoltà economiche di una famiglia impoverita, di un’attività artigianale, sono segni di speranza per tutti. L’8xmille alla Chiesa ha aiutato questa rinascita. In una comunità si condivide soprattutto nei momenti di difficoltà. Non trascuriamo un gesto così semplice ed efficace, che è segno di stima verso sacerdoti e volontari».

In una Giornata in cui la Chiesa racconta se stessa, locandine e pieghevoli nelle parrocchie informeranno con trasparenza sulla destinazione dei fondi. Con un messaggio in più per i pensionati, che – non obbligati a consegnare il loro modello fiscale – più spesso rinunciano a firmare: unito al dépliant infatti troveranno in chiesa (oltre che sul sito web 8xmille.it) il modulo per destinare facilmente la quota Irpef. Nel frattempo l’impossibilità di organizzare eventi in presenza ha dato slancio alle iniziative via web degli incaricati diocesani per il Sovvenire: dai bilanci sociali (come “8xmille, soldi spesi bene!”, pdf da sfogliare delle opere in Umbria, curato da Giovanni Lolli) a brevi video. «I nostri incontri con le parrocchie per informare sempre meglio sul sistema 8xmille riscuotono consenso anche on line, perché avvicinano le persone alla missione. Crescono consapevolezza e fiducia», indica Giuliano Grilli dalla diocesi di Nola. A Cremona il suo omologo don Andrea Spreafico ha spiegato sulla pagina YouTube diocesana perché ogni fedele conta indipendentemente dal reddito. «La firma è comunione ecclesiale e atto di senso civico», sintetizza Attilio Marazzi, referente per la Lombardia. La Chiesa di Bolzano-Bressanone ha puntato sulla campagna “Per favore aiutaci ad aiutare”, 6 corti in italiano, tedesco e ladino da condividere sui social media: l’animazione grafica trasforma ogni firma nelle parole “io aiuto”.

E, insieme ai volti di tanti volontari instancabili, fa scoprire come provengano solo dalla condivisione le risorse per le mense Caritas, per chi ha perso il lavoro e per il piano anti-solitudine dedicato agli anziani della diocesi alpina.

QUEI FONDI A TEMPO DI RECORD COME PRIMA RISPOSTA AL COVID

Interventi caritativi, sostegno ai sacerdoti, progetti pastorali capillari e innovativi. Ogni firma permette alle 226 diocesi italiane di fare moltissimo nell’arco di dodici mesi. I fondi destinati alla Chiesa cattolica vengono ridistribuiti in ogni regione in proporzione alla popolazione. I dati 2019, gli ultimi finora disponibili, rendono bene l’idea dell’ordine di grandezza delle risorse annue alle comunità ecclesiali: in Piemonte e Valle d’Aosta 55,2 milioni di euro. La Liguria ha potuto contare su 24,4 milioni di euro, la Lombardia su 86 milioni. Alle Chiese del Triveneto sono andati 81,8 milioni di euro, a quella dell’Emilia Romagna 49,7 milioni. Nelle Marche 29,2 milioni, in Toscana 69,3 milioni, 24 in Umbria, 70 milioni 600mila euro nel Lazio, in Abruzzo e Molise 32 milioni 600mila euro. Nel Mezzogiorno la Campania ha ricevuto 79,2 milioni di euro, la Calabria 42,1 milioni. Le diocesi in Puglia hanno potuto ridistribuire 60.8 milioni di euro, quelle della Basilicata 14,7 milioni. Infine 77,8 milioni di euro sono andati in Sicilia e 27,7 milioni in Sardegna.Inoltre nel 2020, nei primi dieci mesi dell’emergenza Covid, grazie alle firme, la Cei ha potuto destinare somme straordinarie alle diocesi per 227,9 milioni di euro, di cui 9 milioni ai Paesi del Terzo mondo. «L’impegno della Chiesa italiana verso tutti, specie i più svantaggiati, continuerà» ha confermato di recente il segretario generale della Cei, il vescovo Stefano Russo, anticipando che nella prossima Assemblea generale dei vescovi italiani prevista dal 24 al 27 maggio verrà proposto uno stanziamento di 60 milioni di euro.«Domani in tutte le parrocchie grazie all’impegno dei nostri incaricati racconteremo l’importanza di firmare l’8xmille – ha evidenziato Massimo Monzio Compagnoni, responsabile del Servizio promozione Cei per il sostegno economico alla Chiesa –. Chi firma diventa protagonista del cambiamento che vogliamo vedere nel mondo, specie in quest’emergenza. Come ci ha indicato papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti, solo la solidarietà riapre la prospettiva del futuro».

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