martedì 15 dicembre 2015
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L’agricoltura sociale genera benefici per i soggetti più deboli: ed è con questa certezza che prende il via a Noto un grande progetto per favorire l’inclusione sociale di soggetti con sofferenza psichica. Un protocollo d’intesa per avviare la collaborazione con la Cooperativa Sociale “Si può Fare”, con il Consorzio “Cascina Clarabella” - un’azienda operante nel bresciano - “Natura Iblea” che opera a Ispica (Ragusa), “Ristorazione Oggi” con sede a Milano e il Dipartimento di Salute Mentale di Siracusa è stato firmato dal vescovo Antonio Staglianò. L'intesa prevede l'inserimento immediato di 12 persone "svantaggiate" in due terreni messi a disposizione dalla Diocesi di Noto, ma le assunzioni, non appena il progetto sarà a regime, saranno molte di più. L'attività di trasformazione e confezionamento delle piante si svolgerà nell'intero territorio siracusano, in vari centri di lavorazione. I lavoratori coinvolti saranno principalmente i detenuti, per le attività in campo, e le donne immigrate vittime di violenza per le attività di trasformazione e confezionamento.Si tratta del punto di arrivo del progetto avviato dal vescovo di Noto all’inizio del suo servizio pastorale nel territorio netino, allorquando diede disponibilità piena all’utilizzo dei terreni della diocesi per progetti di inclusione sociale di categorie povere e disagiate.Sui terrenni si svolgeranno Nel suo discorso il vescovo ha rimarcato l’impegno di una economia “nuova”, basata sulla condivisione e sull’inclusione sociale di quanti vengono qualificati come “scarto” di una società in cui tutto si compra e tutto si consuma. “Questo progetto oggi diventa realtà - ha concluso Staglianò - un miracolo più che mai possibile, una moltiplicazione dei pani e dei pesci che nasce dalla nostra capacità di condividere e di solidarizzare con i più deboli di questa nostra terra”. Il vescovo ha voluto dedicare questo evento al neo arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, così sensibile al tema della povertà e al desiderio di una Chiesa povera per i poveri.
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