giovedì 27 maggio 2021
È l’obiettivo che si propone la facoltà di Scienze bancarie, finanziare e assicurative La preside Beccalli: formare professionisti preparati che non dimenticano mai l’etica
Scienze Bancarie, Finanziarie e Assicurative

Scienze Bancarie, Finanziarie e Assicurative - Università Cattolica

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Continua dalla Facoltà Scienze bancarie, finanziare e assicurative l’inchiesta dedicata all’Università Cattolica del Sacro Cuore nel centenario della sua fondazione, avvenuta il 7 dicembre 1921. Unica per capillarità sul territorio grazie ai campus di Milano, Roma, Brescia, Piacenza e Cremona, la Cattolica si conferma ancora oggi un laboratorio insostituibile per il dialogo fra discipline differenti, per la ricerca in ambito umanistico e scientifico, per la spinta progettuale che tante volte, in passato, ha sostenuto la crescita del Paese.

«Le conseguenze delle nostre azioni e decisioni vi toccheranno in prima persona, pertanto non potete rimanere fuori dai luoghi in cui si genera, non dico il vostro futuro, ma il vostro presente. Voi non potete restare fuori da dove si genera il presente e il futuro. O siete coinvolti o la storia vi passerà sopra». Ad ascoltare queste parole che papa Francesco in un videomessaggio ha rivolto ai partecipanti all’evento online 'The Economy of Francesco', svoltosi qualche mese fa ad Assisi, c’erano anche docenti e studenti della Facoltà di Scienze bancarie, finanziare e assicurative dell’Università Cattolica nella sua sede di Milano.

«Un appuntamento al quale ci siamo preparati con un anno di lavoro coinvolgendo professori e studenti nelle tematiche proposte » racconta la professoressa Elena Beccalli, preside della Facoltà. Per non parlare dei laboratori sul documento vaticano Oeconomicae et pecuniariae quaetiones, proprio per una riflessione sulle finalità di economia e finanza. E non poteva che essere così per una realtà accademica che tra i suoi obiettivi ha proprio quello di «dare un’anima» al sistema finanziario composto da banche, finanza e assicurazioni. «Mai come in questo momento ci troviamo davvero in prima linea, anche nelle scelte destinate a influenzare il futuro » sottolinea la preside, impegnata a gestire anche il trentennale della Facoltà, nata con l’anno accademico 1990-91. Ecco che quell’invito di papa Francesco risuona nei chiostri dell’ateneo dei cattolici come uno sprone a proseguire nel cammino intrapreso sin dal sorgere di questo percorso di studi, che risulta un unicum nel panorama accademico italiano.

«Ci rendiamo conto di avere una responsabilità alta nel formare professionisti chiamati a portare nel mondo finanziario uno sguardo nuovo, anche alla luce del magistero della Chiesa» conferma la professoressa Beccalli, ordinario, tra gli altri, degli insegnamenti di 'Gestione bancaria', 'Gestione del Portafoglio' e 'Sistemi finanziari comparati'. Insomma, formare professionisti seri e preparati, ma che «non pensino a una finanza fine a se stessa, bensì al servizio dell’economia reale», che nel concreto significa «la vita delle persone, i loro progetti, l’esistenza e l’operatività di piccole e medie imprese, tanto per fare qualche esempio». Dunque, una Facoltà che si interroga da 30 anni - e intende continuare a farlo nel futuro - sul come affiancare ai freddi numeri e alle formule economiche anche un sistema di valori etici alla luce dei quali prendere le decisioni. Passaggio tutt’altro che facile, ma che i docenti di questa Facoltà continuano a perseguire attraverso il loro lavoro didattico e di ricerca. «Certo la tecnica va conosciuta alla perfezione e dai nostri percorsi di studio si esce con una competenza solida – dice la preside –. Ma questa preparazione professionale viene accompagnata dall’acquisizione di una capacità di valutazione della dimensione etica che ogni scelta fatta comporta in sé stessa». Sottolineatura tutt’altro che banale, visto che spesso anche molti economisti fanno sembrare l’applicazione di modelli economici come frutto di scelte obbligate, matematiche, prive di alternative.

«Da tempo molti economisti hanno separato la loro disciplina da qualsiasi filosofia morale, dimenticandosi che il padre dell’economia moderna, Adam Smith, era di formazione un filosofo morale» sottolinea il professor Andrea Boitani, decano della Facoltà e ordinario di due insegnamenti in italiano (Economia monetaria e Economia politica II) e di altrettanti in lingua inglese (sempre sull’economia monetaria e uno sull’economia nell’Unione Europea) e autore di numerose pubblicazioni, tra le quali nei prossimi mesi un nuovo libro dal titolo ' L’illusione liberista. Critica dell’ideologia di mercato'. Probabilmente anche per questo la Facoltà ha indicato nelle proprie 'tre parole chiave' del Centenario (destinate a diventare linee guida per i prossimi 100 anni): rischio, denaro e sostenibilità. «Che si parli di rischio e denaro in una Facoltà come la nostra forse appare scontato – prosegue Boitani – ma non lo è la riflessione e l’approccio che intendiamo offrire ».


1990/91
è l’Anno accademico nel quale sono partiti i primi corsi di studi della nuova facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative dell’Università Cattolica

1.567
sono gli studenti iscritti alla Facoltà alla data del 30 aprile 2021. Alcune decine di loro frequentano corsi legati alle «dual degree», cioè doppia laurea in due atenei

4
Centri di ricerca: per la Formazione in campo finanziario (Cff) e sulla Cooperazione e no profit (Crc); l’Enterprise Risk Lab (Eril) e il Laboratorio di Analisi monetaria (Lam)

Impegno non semplice in una società che «ha scelto il denaro come misura di tutto: quanto una politica economica fa crescere il Pil o anche la valutazione delle persone in base alla loro capacità di produrre ricchezza - l’identificazione del maggior guadagno con un maggior merito (magari acquisito grazie ai redditi dei genitori e, quindi, poco meritorio) - alimentando di fatto quella che papa Francesco chiama la cultura dello scarto». Ma davvero il denaro può comprare tutto o può risolvere qualsiasi problema sociale? La risposta è no, anzi «il denaro come misura delle cose arriva a cambiare la loro stessa natura e può corromperne i valori». Ma convincere di questo anche il sistema finanziario è la grande sfida.

«Abbiamo una interazione permanente con il mondo del lavoro – spiega la preside Beccalli – attraverso un tavolo di confronto, che ci aiuta anche a calibrare sempre meglio i nostri percorsi di studi in base anche al mutamento del settore in cui i nostri laureati andranno a lavorare », come accade al 95% di loro entro l’anno dal conseguimento del titolo. Insomma «accanto alla teoria anche un’applicazione nel concreto, che i nostri studenti possono sperimentare anche nei periodi di formazione presso le stesse realtà lavorative che collaborano con noi». Un percorso di alto livello (per 800 posti complessivi arrivano domande per quattro volte tanto) riconosciuto anche all’estero, come dimostrano anche gli accordi con 8 atenei stranieri per percorsi di dual degree, cioè la possibilità di conseguire in entrambe le università la laurea. E parlando di denaro, non si può non fare riferimento al rischio, che «è al centro dei temi assicurativi e delle politiche aziendali» spiega Boitani. E aggiunge: «La valutazione del rischio appare forse più facile da quantificare in campo bancario o aziendale.

Più complesso se parliamo della dimensione ambientale, che non è estranea al nostro ragionamento. Qui è evidente la dimensione etica delle scelte che devono essere finalizzate a ridurre la probabilità di disastri ambientali o del cambio climatico, con azioni concrete e investimenti immediati, per evitare spese future e riduzioni di libertà e possibilità che andranno a gravare sulle generazioni che verranno». Denaro, rischio e «sostenibilità, che è il filo rosso che unisce le altre due parole – sottolinea la professoressa Beccalli – perché soltanto con una finanza sostenibile, capace di porsi al servizio dell’economia reale mettendo in campo progetti etici, che non escludono o travolgono qualcuno, possiamo dare una svolta all’intero sistema, come chiede anche papa Francesco ». Un sistema, dunque, «capace di far sì che l’umanità possa prosperare senza mettere in pericolo il futuro delle nuove generazioni». È questa la strada che la Facoltà di Scienze bancarie, finanziare e assicurative continuerà a percorrere senza timori per la sua complessità.

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