lunedì 18 giugno 2012
Un appello a “cogliere l’attuale contesto come opportunità per il rinnovamento, e non come la premessa per lo smantellamento di un sistema di garanzie per le persone più fragili e di un servizio essenziale al bene comune”.
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Un appello a “cogliere l’attuale contesto come opportunità per il rinnovamento, e non come la premessa per lo smantellamento di un sistema di garanzie per le persone più fragili e di un servizio essenziale al bene comune”. A rivolgerlo “alla società civile e alla politica” è stato oggi mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei, introducendo il convegno Cei della pastorale della sanità in corso a Roma sul tema “Un nuovo paradigma per la sanità in Italia”. “Non possiamo non guardare con preoccupazione - ha detto - alla diversa quantità e qualità dei servizi offerti da regione a regione, alla rottura dell’alleanza medico-paziente, con le ben note conseguenze di conflittualità e di medicina difensiva, alle prevedibili conseguenze di ulteriori tagli alla spesa sanitaria, se questi non saranno accompagnati da un percorso profondo, efficace e virtuoso di riorganizzazione dei servizi e di eliminazione degli sprechi”. “Ci preoccupa - ha aggiunto - anche il futuro delle numerose opere sanitarie ecclesiali, che svolgono un servizio totalmente equiparato a quello pubblico, che sono molto apprezzate dai cittadini e che spesso spendono meno degli ospedali pubblici, ma che, a differenza degli ospedali pubblici, in molte regioni non vengono adeguatamente rimborsate per il loro servizio e sono comunque pagate in ritardo e costrette a indebitarsi con le banche”.“Metterci a servizio di tutti, per costruire insieme un nuovo paradigma per la sanità”. Così mons. Crociata ha sintetizzato il compito della Chiesa a servizio della salute, invitando a “tornare a pensare al senso vero e integrale dell’uomo e della società, quali coordinate in cui si inscrive l’agire sanitario”. “Se non ci adoperiamo concordemente in questa direzione - ha ammonito - qualsiasi cambiamento non potrà essere governato e indirizzato al bene comune, ma andrà a vantaggio solo dei più fortunati o dei più rapidi a intercettarne i benefici. La storia ci insegna che l’esito di siffatti e non governati processi è spesso disumano o comunque si rivela sempre un beneficio effimero, anche per coloro che nell’immediato ne traggono vantaggio”. Per il segretario generale della Cei, “i temi della salute e del welfare socio-sanitario costituiscono un banco di prova fondamentale per l’antropologia e la morale cristiana”. “La caratteristica dei cristiani è sempre stata quella di annunciare il valore e la dignità della persona in modo concreto, dandole attenzione e cura e investendo su di essa”, ha ricordato mons. Crociata citando la “speciale attenzione” della Chiesa “alla scuola e agli ospedali”, che sono “la via peculiare attraverso cui i cristiani annunciano il valore della vita umana e della persona ed esercitano la solidarietà e la sussidiarietà, concorrendo alla costruzione del bene comune”.
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