venerdì 9 settembre 2011
È la visione che il presidente dei vescovi italiani ha prospettato nell'omelia della Messa che ha celebrato nel Duomo di Ancona. «Senza una visione antropologica integrale e quindi trascendente - ha osservato il cardinale - non si va lontano nei vasti e molteplici campi della società: dall'economia alla finanza, dal lavoro alla cultura, dalla solidarietà sociale alla giustizia, dalla salute alla pace, all'ambiente».
- Il vero realismo di Salvatore Mazza
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L'uomo come «bussola» dell'agire sociale. È la visione che il cardinale Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani, ha prospettato nell'omelia della Messa che ha celebrato nel Duomo di Ancona, nell'ambito del XXV Congresso Eucaristico Nazionale che domenica sarà concluso dal Papa.«Senza una visione antropologica integrale e quindi trascendente - ha osservato Bagnasco - non si va lontano nei vasti e molteplici campi della società: dall'economia alla finanza, dal lavoro alla cultura, dalla solidarietà sociale alla giustizia, dalla salute alla pace, all'ambiente». «L'uomo è la bussola - ha continuato il presidente della Cei -. Perdendo la bussola ci si disorienta, e il risultato sarà che ogni aspetto del bene comune andrà per conto proprio, cercando soluzioni anche con impegno, ma senza misurarsi col criterio dell'umano, cioè l'uomo».«I cattolici - ha sottolineato - sono storicamente una forza sociale capace di visione e di rete, che ha sempre contribuito con lealtà e impegno al bene di tutti: sono consapevoli delle difficoltà dell'ora, ma anche delle responsabilità storiche di fronte alle quali mai sono arretrati, tanto meno nei momenti più difficili».    «Sentiamo il cuore rinnovarsi d'amore per gli uomini del nostro tempo, e per la società intera», ha aggiunto Bagnasco, invocando la protezione della Santa Vergine, Madre dell'Eucaristia.I cattolici saranno utili al servizio della Città «insieme», senza «avventure solitarie», e nelle forme «storicamente possibili». Così il presidente dei vescovi italiani, nell'omelia Dal Mistero eucaristico alla Città degli uomini. I cristiani, ha detto Bagnasco, «sono stati nella società civile come il lievito e il sale, consapevoli che la fede è utile anche alla Città».  I cattolici «hanno sempre costituito una presenza di coagulo per ogni contributo compatibile con l'antropologia relazionale e trascendente, e con il progetto di società aperta e solidale che ne consegue».Per Bagnasco, «la dottrina sociale della Chiesa è un patrimonio provvidenziale, insuperabile per i cattolici che vogliono continuare o che si affacciano al servizio della "citta", sapendo che è "insieme" che si percorrono le vie del servizio se non si vuole essere velleitari ancorché generosi: "insieme", senza avventure solitarie, per essere significativi ed efficaci: "insieme" secondo le forme storicamente  possibili, con realismo e senza ingenuità o illusioni, facendo tesoro degli insegnamenti della storia».«La condensazione di ideali  comuni, che nascono dall'ispirazione cristiana e dalla sapienza umana - ha concluso il presidente della Cei - è una ricchezza per tutti. La divina Eucaristia sia luce che ispira visioni ampie e lungimiranti, antidoto contro tentazioni di potere, linfa per guardare avanti con fiducia e coraggio».
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