mercoledì 28 gennaio 2009
Il «Concilio locale» riunito a Mosca ha eletto il metropolita di Smolensk e Kaliningrad ieri sera al primo scrutinio Le felicitazioni del Papa in un telegramma: «Vicini spiritualmente».
  • IL PROFILO: Noto volto tv, da 20 anni «ministro degli esteri»
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    La Chiesa ortodossa russa ha un nuovo patriarca: è il metropolita Kirill di Smo­lensk e Kaliningrad, eletto ieri sera a scrutinio segreto dall’Assemblea plenaria del «Concilio locale» già alla prima votazione. Per l’ex «ministro degli esteri» del Patriarcato c’è stato un larghissimo consenso. Kirill ha avu­to l’appoggio di oltre i due terzi dei delegati, 508 voti su 700, (per la nomina era richiesto il 50 per cento più uno), confermando in tal mo­do tutte le previsioni della vigilia che lo dava­no decisamente in vantaggio sugli altri pos­sibili candidati. Favorito nei sondaggi online, appoggiato dalla metà dei suoi confratelli nel voto preliminare espresso dal Concilio epi­scopale domenica scorsa, ha avuto la strada spianata anche nel Concilio locale, una sorta di Stati generali della Chiesa ortodossa russa. Lo si è capito subito ieri pomeriggio allorché l’assemblea dei delegati ha rinunciato a pro­porre altre candidature. Quindi è arrivato l’an­nuncio che il metropolita Filarete di Minsk si ritirava invitando i propri sostenitori a far con­vergere i voti su Kirill. A quel punto restava in gara solo il metropolita Kliment, il tesoriere del Patriarcato dipinto dai mass-media come por­tabandiera dell’ala più conservatrice. Ha ot­tenuto 162 voti, troppo pochi per sbarrare la strada a Kirill. Con l’elezione di ieri la Chiesa ortodossa rus­sa mette fine alla lunga transizione post-so­vietica. Kirill, sedicesimo patriarca di Mosca è anche il primo post-comunista (Alessio II era stato eletto nel 1990) e tutti si aspettano da lui un rafforzamento, non solo numerico, della Chiesa ortodossa minacciata dal seco­larismo e dall’indifferentismo religioso. Un compito che Kirill ha ben presente e che, per molti aspetti, lo mette in sintonia con il pon­tificato di Benedetto XVI. Il neo-patriarca di Mosca «è persona ben co­nosciuta e stimata da Benedetto XVI» nota padre Lombardi, portavoce della Santa Sede, che ha subito inviato gli auguri a Kirill «per­ché possa svolgere un servizio fruttuoso e con­tinuare ad approfondire un cammino di reci­proca conoscenza e collaborazione per il be­ne dell’umanità». Ieri sera le campane di tutte le chiese di Mo­sca hanno suonato a lungo in segno di festa, mentre nella cattedrale di Cristo Salvatore il neo-patriarca s’inchinava davanti a coloro che l’avevano eletto. Tra le volute d’incenso e i canti melodiosi della liturgia orientale, il «Concilio locale» ha avuto inizio a mezzo­giorno in punto con una solenne processio­ne degli arcivescovi dai paramenti violacei e dei metropoliti coi piviali azzurri, cui hanno fatto ala i rappresentanti dei monasteri in to­naca nera e i delegati laici in abito scuro. U­no spettacolo di colori, di suoni e di profumi altamente suggestivo. Dopo l’invocazione allo Spirito Santo il me­tropolita Kirill, reggente ad interim, ha ba­ciato l’icona della Vergine di Feodorovskaja, una delle più venerate dai russi e già patro­na della famiglia degli zar Romanov, e ha quindi aperto i lavori con un lungo inter­vento che a tutti è sembrato come un vero e proprio discorso programmatico. Ha riven­dicato con orgoglio che «il popolo russo ha resistito con successo al proselitismo venu­to dall’estero» denunciando allo stesso tem­po «la pressione aggressiva di un secolari­smo senza Dio e i tentativi da parte alcuni gruppi protestanti radicali di rovesciare la morale evangelica». Kirill ha ricordato ai par­tecipanti che questo Concilio locale è chia­mato a prendere «decisioni storiche» e ha in­dicato tra gli obiettivi prioritari un maggior impegno sociale della Chiesa. L’intronizzazione solenne del nuovo patriar­ca avverrà domenica prossima alla presenza di molte delegazioni straniere tra cui una fol­ta rappresentanza vaticana. Il nuovo patriarca ortodosso russo, Kirill (foto Ansa)
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