martedì 11 gennaio 2022
Domenica scorsa l’ingresso del nuovo arcivescovo. «Camminiamo insieme, con umiltà»
L'arcivescovo Maniago

L'arcivescovo Maniago

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Una giornata di festa quella vissuta domenica dall’arcidiocesi di Catanzaro-Squillace per l’ingresso del nuovo arcivescovo Claudio Maniago, che succede a Vincenzo Bertolone. Il nuovo pastore di origini fiorentine, che ha guidato in questi ultimi sette anni la diocesi di Castellaneta, ha salutato la sua nuova comunità in quatto tappe significative. Al mattino ha fatto visita al Centro Calabrese di Solidarietà, rivolgendo parole paterne ai responsabili e agli ospiti. «Voi ragazzi – ha detto – in questo luogo siete di passaggio. Un luogo temporaneo, dove impediti dalle interferenze del mondo, che vi hanno impedito di conoscere la bellezza della vostra vita, potete tornare a far risplendere la vostra dignità che nessuno può togliervi». A seguire l’incontro con i giornalisti nel palazzo arcivescovile, ai quali ha ribadito tutta la sua attenzione verso il mondo delle comunicazioni sociali. Poi, nella Basilica dell’Immacolata, l’incontro con i rappresentanti delle istituzioni, accolto dal saluto del sindaco della città e presidente della provincia, Sergio Abramo, da quello della giunta e del consiglio dalla Regione Calabria, rappresentato dal consigliere Antonio Montuoro.

Nel confermare un lavoro di sinergia, Maniago ha assicurato a tutti che «da oggi i comuni della diocesi possono contare su un cittadino in più». Nel pomeriggio, nel palazzetto dello sport “Gallo”, nella periferia sud della città, la solenne concelebrazione di inizio ministero episcopale, con i riti introitali presieduti dall’amministratore apostolico Angelo Raffaele Panzetta. «Ho la gioia di poter dire con affetto – questo il saluto di Panzetta – benvenuto carissimo arcivescovo Claudio! Tutta la tua nuova comunità diocesana ha una grande gratitudine al Signore, che ti ha scelto come pastore per servirla e guidarla e avverte grande benevolenza anche verso di te che ti sei reso disponibile per questo servizio così bello ma anche tanto oneroso».

Dopo la lettura della bolla papale e la presa di possesso canonico, le prime parole di gratitudine Maniago le ha rivolte al cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, città natale dove si è formato, iniziando il suo ministero presbiterale ed episcopale; a Panzetta, che ha guidato la Chiesa locale come amministratore apostolico dopo le dimissioni di Bertolone e ai vescovi della Calabria e a quelli provenienti dalla Puglia, dalla Toscana e dalla Campania, tra questi l’arcivescovo di Napoli Domenico Battaglia, che assieme a clero e ai laici di Firenze e Castellaneta hanno voluto condividere questo importante momento di fede.

«Cammineremo insieme con umiltà – ha detto poi Maniago – perché senza umiltà non si può incontrare di Dio e non si può fare esperienza di salvezza, come non si può incontrare il prossimo. Lo spirito di accoglienza ci chiederà di dialogare, di confrontarci, di sognare insieme, ma innanzitutto di pregare insieme, per recuperare lo spirito e l’energia giusta per un buon cammino, sulla via evangelica della fraternità e dell’unità. Iniziamo, allora, carissimi fratelli e sorelle, una nuova pagina della lunga e importante storia della nostra arcidiocesi, facendoci guidare dalle parole chiave che papa Francesco indica come decisive per il cammino sinodale della Chiesa: partecipazione, comunione e missione».

Un impegno, quindi, deciso e senza titubanze, che deve avere lo sguardo verso i poveri e gli ultimi, perché per Maniago «solo un cuore aperto alla missione fa si che tutto ciò che facciamo sia sempre segnato dalla forza rigeneratrice del Vangelo».

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